Stò continuando a trascrivere alcuni estratti del Libro di Athur W. Osborn i cui riferimenti ho riportato nel Post 155. Ricordo ancora che il mio intento è quello di ricevere da tali scritti, suggerimenti e stimolazioni, per un approfondimento personale dei temi trattati. Penso che anche il Post successivo lo userò per trascrivere Pensieri dell'Autore.
Cordialità,
Sopangi.
Capitolo XVIII - L'IDENTITA' PERSONALE (pag. 131)
Ogni fenomeno si manifesta sotto un aspetto duplice, universale e particolare. Un particolare isolato è impossibile. La totalità della creazione è tenuta insieme da una rete di rapporti. Sono i rapporti che danno significato ai particolari. La conoscenza completa anche di un singolo filo d'erba ci spingerebbe a cercare i suoi rapporti con la totalità della Natura e alla fine saremmo condotti a faccia a faccia con il mistero dell'esistenza universale.
Ma parlare di "particolari" e di "rapporti" non comunica un'immagine vera del modo in cui esperimentiamo i fenomeni. Esiste un elemento di immaginazione spaziale quando pensiamo a un qualsiasi oggetto e quindi cerchiamo i rapporti che questo particolare oggetto ha con gli altri oggetti. In realtà ogni oggetto è percepito simultaneamente con il suo "ambiente". Mentre, per esempio, possiamo parlare di una matita come una cosa separata, la sua separatezza svanisce quando descriviamo la sua funzione. Allora la matita e il "mondo" a cui essa appartiene diventano indissolubilmente un tutto. La matita può essere distinta ma non separata dal suo sfondo. Non ha nessun significato tranne che come aspetto funzionale di un sistema di comunicazione letteraria. Potremmo dire, quindi, che sebbene come percezione la matita appaia come un esistente indipendente, come concetto è sempre parte di un Tutto.
LA MERAVIGLIA DEGLI ORGANISMI
Mentre questo è vero per quelle che chiamiamo cose inanimate, è ancora più evidente quando entriamo nel regno vivente. Nel capitolo XIV abbiamo già parlato delle meraviglie degli organismi. Le unità di vita possono essere concepite come separate ma non hanno nessun significato tranne che come aspetti di complessi organici. Abbiamo osservato che la maniera in cui un organismo come quello del nostro corpo mantiene la sua unità di forma mentre la sua popolazione di cellule cambia costantemente è un mistero. La nostra conoscenza degli ormoni non ci dà una risposta esauriente. La deficienza o la superfluità di questa o di quella secrezione chimica può spiegare certi schemi di comportamento fisici ma non spiega la normale saldatura di una complessità infinita in una unità organica. Il progetto di un architetto può essere modificato nella sua esecuzione dalla mancanza o dal tipo dei materiali, ma lo studio dei mattoni non svelerà il potere che fa emergere la casa da cumuli di sostanze diverse.
LA PERSONALITA'
Nel capitolo XVI abbiamo offerto definizioni formali della personalità e dell'individualità Esaminiamo adesso l'influenza che la personalità ha sulla nostra vita quotidiana. Ogni persona che incontriamo è unica. Le fisionomie e le impronte digitali differiscono tutte le une dalle altre. Ma oltre alle differenze fisiche esiste un'impressione totale intangibile che distingue una persona da una altra. Alcune personalità sono cariche di potere dinamico. Nessuna analisi di aspetti fisici può spiegare questo fatto. Coniamo delle frasi per descriverlo e parliamo di "magnetismo personale".
Ma l'unicità di ciascuna persona ha un'importanza particolare. Sia che si tratti di persone dinamiche o negative, pittoresche o banali, ciascuna mostra delle caratteristivhe che nessun'altra possiede. Le manifestazioni della vita non si ripetono, e questo ci fornisce un indizio per capire lo scopo della vita.
Abbiamo osservato la meraviglia dell'unità e della diversità al livello fisico degli organismi. Adesso attiriamo la attenzione sullo stesso principio che opera al livello psicologico della personalità. La personalità quando è analizzata si rivela composita e in costante cambiamento. A questo punto si potrebbe rileggere la descrizione che abbiamo fatto di "John Brown" nel capitolo XIV, dove abbiamo considerato principalmente gli elementi fisici. Ma i fattori psicologici della personalità sono altrettanto mutevoli quanto quelli fisici. Ciò nonostante conserviamo il nostro senso di identità personale o unità. Sappiamo di essere gli "stessi" sebbene tutti gli ingredienti psichici siano in costante flusso. La nostra vita psicologica sembra un misto assai instabile di pensieri, sentimenti, stati di animo e atteggiamenti, tutti mutevoli. Il senso dell'identità personale dovrebbe essere sprofondato nell'oblio dall'irrequietezza psichica del nostro camuffamento. Ma proprio come il nostro corpo conserva la sua unità mentre tutte le sue cellule cambiano, così noi conserviamo la nostra identità personale nel mezzo dei cambiamenti psicologici, anzi questa è la caratteristica più preziosa della condizione umana.
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