sabato 21 gennaio 2012

187° Post- Conoscersi.

Un saluto a chi mi legge.




Riflessione personale :

le conoscenze mediche e scientifiche in nostro possesso, relative ai "meccanismi" che animano la "nostra" struttura psico-fisica e che si sono evolute nel tempo storico,  sono ancora parziali, benché negli ultimi 100 anni siano stati fatti notevoli progressi conoscitivi sulla natura e sulle leggi che né regolano i vari "processi", con conseguente beneficio per "tutti" gli esseri umani.
Ciò che muove la mia riflessione, senza peraltro riuscire a darmi una risposta ragionevolmente soddisfacente, è sulla natura del rapporto che vi è con la "propria" struttura psico-fisica.
Cerco di spiegarmi meglio per quanto posso riuscire:
si usa dire, il mio corpo, la mia mente, le mie emozioni, i miei pensieri, o la mia mano il mio piede, il mio cuore, il mio cervello, ecc., ma, questo "mio" implica un "possesso", come cioè se le parti distinte che compongono la "mia" struttura, fossero "oggetti" e non "parti" fondamentali del mio "essere" e la cui intima natura conosciamo in modo estremamente parziale nelle loro dinamiche vitali, per non parlare della conoscenza che possiamo avere delle mirabili strutture infinitesimali che compongono le "parti", mosse da un "sorprendente" unico moto di intenti, così per questo ed altri motivi il più delle volte dobbiamo "documentarci" se vogliamo acquisire maggiore conoscenza sulle intime dinamiche che né regolano i vari processi.
La domanda che mi pongo è, perché vi sia una "separazione" fra l'io che percepisce e il "mio" corpo la "mia" mente ecc., perché questa "carenza" di autoconoscenza.
Da molto tempo l'Uomo ha avvertito questa "separazione", molto probabilmente, ma questa è solo una mia personale ipotesi, da quando è fiorita nella mente dell'Uomo, la consapevolezza di sé e dell'altro con la conseguente capacità creativa e trasformativa di sé e del mondo circostante, e, nel tentativo di conoscerne sia le ragioni che i suoi "meccanismi"  ha formulato le più varie teorie, molto spesso "forse" allontanandosi da quella che vorrei supporre come una "sola" ragionevole realtà, benchè non decifrabile per me nella sua interezza e che ancora rappresenta una spinta evolutiva del conoscere.


Cordialità,
Sopangi.

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