Un saluto a chi mi legge.
Etimologicamente, la parola "considerare", significa, esaminare attentamente, stimare.
Pongo all'attenzione, la mia personale impressione, che siano "tempi" in cui potremmo e "dovremmo" prendere sempre più consapevolmente, possesso, della nostra "singolarità", per ciò stessa, irripetibile e non duplicabile, qualunque sia il "suo" grado di completezza.
La Cultura che ha, ed ha avuto, un ruolo determinante nella "formazione" della propria "coscienza", può essere "riconsiderata", soprattutto in quegli aspetti, che più ci appaiono come causa formativa del proprio modo di essere, pensare, agire.
L'atto del considerare può rappresentare, se attuato adeguatamente, e con il dovuto rispetto a tutto ciò che ha comunque contribuito alla propria formazione, l'aggiornamento ed anche probabilmente il rinnovamento del proprio "patrimonio" personale, con i benefici che tale atto può comportare.
Alcuni "convincimenti", che ci sono stati trasmessi, che sono parte integrante della Cultura, e che talvolta possono condizionare inconsapevolmente il nostro agire, perché non consapevolmente condivisi, ma come può accadere nella trasmissione culturale, solamente "eseguiti", dovrebbero essere verificati nelle loro componenti più intime, affinché i nostri atti discriminanti possano contribuire a maturare quel "libero discernimento" che possa affermare a noi stessi il più chiaramente possibile, ciò che vogliamo sia, questa nostra "irripetibile" esperienza di vita.
Cordialità,
Sopangi.
Trascrivo dal Libro "Cicerone SULLA NATURA DEGLI DEI" - A cura di Ubaldo Pizzani -
Oscar Mondadori -
da fine pagina 11 - pagina 13
nelle discussioni si deve cercare non il peso dell'autorità, ma la forza degli argomenti. Per lo più, anzi, l'autorità di coloro che si proclamano maestri è un ostacolo per quelli che desiderano imparare; sotto il suo peso cessano di esercitare la loro facoltà di giudicare e ritengono incontestabilmente valido il giudizio di colui che apprezzano e stimano. Non è mia abitudine esaltare il metodo dei Pitagorici, dei quali si racconta che, se in una discussione veniva fatta un'asserzione e qualcuno chiedeva che venisse giustificata razionalmente, erano soliti rispondere : "l'ha detto lui". Questo "lui" era Pitagora: tanto grande era il peso di un'opinione preventivamente fissata come vera, che l'autorità prevaleva anche prescindendo dalla possibilità di dimostrarla razionalmente.
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