domenica 24 marzo 2013

215° Post - L'Arte del Linguaggio.

Un saluto a chi mi legge.


Santa Maria Novella - Firenze - Leon Battista Alberti, Architetto.





Potendo prendere come riferimento, quanto ci viene comunicato dagli Studiosi, sulle capacità espressive dei "primi" Homo Sapiens, di cui comunque non conosciamo le Questioni causanti che sembra abbiano determinato l'inizio di una attiva e specifica elaborazione "culturale", non possiamo non riconoscere "valore" al senso evolutivo che nel Tempo si è andato esprimendo nel Linguaggio Umano nelle sue molteplici forme e manifestazioni, raggiungendo in molte "specificità" gradi così "raffinati" da indurci allo stupore.
Le Arti che il Linguaggio di Alcuni esseri umani sono stati e sono in grado di esprimere, sono spesso di una Bellezza così coinvolgente, che la "parola" non può contenerne ed esprimerne tutto il Suo "impetuoso" potere.
L'Architettura, la Scultura, la Musica e la Pittura, il Teatro e l'Arte della Recitazione, la Poesia, la Miniatura, l'Arte della Parola e l'Arte dello Scrivere, ma non vorrei porre limitazioni con Definizioni specifiche, perché ogni Espressione, nel momento in cui "raggiunge" la sua intrinseca "raffinatezza", non può non essere considerata Arte.
Arte del Linguaggio, appunto.
E' una bella Eredità a cui tutti siamo Partecipi in vario modo e secondo le proprie singolarità, Eredità a cui possiamo attingere e trovare ispirazione, con la possibile "sorpresa" di esserne anche noi, capacità Espressiva, affinché l'Arte dei Linguaggi, sia trasferita alle Generazioni presenti e Future.

Cordialità,
Sopangi.

Termino questa mia breve riflessione con un Dialogo che traggo dall'Amleto di William Shakespeare - traduzione di Gabriele Baldini - BUR rizzoli - Nuova Edizione -

ORAZIO      Ed è trasalito, come persona colpevole a un pauroso richiamo. Ho sentito dire come il gallo, ch'è la tromba del mattino, risvegli il dio del giorno con la sua gola alta e sonante; e, che, al suo segnale, gli spiriti errabondi e vagolanti nel mare, nel fuoco, nella terra e nell'aria s'affrettano ai loro nascondigli. E quanto questo sia vero, ce ne ha dato una riprova l'oggetto della presente apparizione.

MARCELLO     E' svanito al canto del gallo. Dicon taluni che all'appressarsi di quel tempo dell'anno in cui si celebra il natale del nostro Salvatore, l'uccello dell'alba canta sempre per tutta la notte quant'è lunga: ed allora - dicono -gli spiriti non posson vagare in giro; le notti son salubri, gli astri non son perniciosi, né fata alcuna ha potere d'incantesimo o strega di affatturamento : tanto santificato e colmo di grazia è quel tempo.

ORAZIO         Così ho udito anch'io, e in parte credo che sia vero. Ma guardate: il mattino, vestito d'un manto vermiglio, muove i passi sulla rugiada di quell'alto colle a oriente, mettiam termine alla nostra guardia, e per seguire un mio consiglio, informiamo il giovane Amleto di quel che abbiam veduto stanotte. Sulla mia vita, questo spirito che riman così taciturno con noi,  a lui, per contro, vorrà pur parlare. Pensate anche voi che dobbiamo informarlo, come richiede il nostro affetto e come s'addice al nostro dovere?

Nessun commento:

Posta un commento

Powered By Blogger