sabato 24 settembre 2011

161° Post - L'Arte del Costruire.

Un saluto a chi mi legge.



Riflessione:
la nascita dell'Architettura (l'arte del progettare e costruire) dovrebbe poggiare (a mio avviso) sul "necessario bisogno" di rappresentare in Costruzione Solida, l'Idea che si era andata formando nel Tempo sulla "concezione" del Cosmo.
La costruzione Sacra, doveva rispettare il più perfettamente possibile regole "matematiche e geometriche" che avrebbero consentito la rappresentazione in Forma solida, dell'immateriale Cielo, percepito  quale Sede delle Forze creatrici.
Tali Costruzioni, avrebbero consentito a "coloro" che l'avessero frequentate (a vario titolo) di "ricevere" gli Influssi Celesti, necessari alla loro "formazione" e/o trasfigurazione.
Penso che "Oggi" dovremmo ricomprenderne il Significato, alla luce delle concezioni cosmogoniche attuali e  che si vanno disvelando alla nostra umana comprensione.

Cordialità,
Sopangi.

venerdì 16 settembre 2011

160° Post - Cogliere il Significato.

Un saluto a chi mi legge.


Nei programmi installati nel nostro computer, spesso ci viene richiesto di effettuare gli aggiornamenti degli stessi per una migliore funzionalità.
Penso che anche nello scorrere dei nostri anni, periodicamente si renda conveniente "aggiornare" i nostri punti di vista, le nostre idee del Mondo in cui viviamo, delle "credenze" che supportano ed orientano il nostro agire, cogliendone il senso, il significato, così che le nostre "facoltà creative" alimentate e curate adeguatamente, ci consentano di gestire nel migliore dei modi, gli eventi e lo scopo della nostra vita.

Cordialità,
Sopangi.

giovedì 8 settembre 2011

159° Post - Nascita della Consapevolezza Creativa.

Un saluto a chi mi legge.


In questo Post, mi preme evidenziare delle affinità di pensiero fra quanto da me scritto nei Post dal 95° al 98° ed in particolare nel Post 97° del 7 Ottobre 2010 e quanto da me letto in questi giorni su Wikipedia (l'enciclopedia libera), sull'argomento "Origine della lingua".
Metterò in grassetto sia quanto da me scritto e quanto letto su Wikipedia per dimostrarne le affinità di pensiero. Naturalmente il mio intento non è quello dell'autocompiacimento, ma il rafforzamento di una "ipotesi" sulla "nascita" delle facoltà del pensiero umano dell' Homo Sapiens, al quale noi apparteniamo. Argomento che pur nei limiti delle mie capacità conoscitive, cerco da tempo di approfondire e stimolando il Lettore di questo Post, qualora ne abbia gli stessi interessi, a "valutare" le proprie intuizioni sull'argomento. Penso che nella memoria genetica vi possa essere "traccia" della causa che ha determinato tale cambiamento e che il nostro pensiero possa "interpretarla". Conoscere con ragionevole chiarezza l'origine delle nostre "facoltà creative" potrebbe essere atto di positiva "maturazione" della nostra consapevolezza.

Cordialità,
Sopangi.

Scrivevo nel 97° Post del 7 Ottobre 2010 - Titolo : Il Futuro Compiuto III° Parte,
ciò che da "tempo" differenzia il Regno Umano dagli altri Regni di Natura, è la Consapevolezza Creativa.
La Consapevolezza creativa nel Regno Umano è "apparsa" sulla Terra nel recente tempo, rispetto alla "comparsa" della Vita in tutti i suoi molteplici aspetti.
La "causa" di tale "comparsa" (riferita alla Consapevolezza Creativa del Regno Umano) la voglio ipotizzare come "indotta" dall'Esterno dimensionale e la natura della causa la vorrei "supporre" per similitudine (non avendo al momento idee più appropriate da usare) come la funzione di un "virus"
Ho quindi continuato nel 97° Post, a scrivere cosa si intende per Virus ed altro ancora.
Adesso mi appresto a trascrivere quanto letto in questi giorni su Wikipedia:
ORIGINE DELLA LINGUA
da Wikipedia, l'enciclopedia libera - riferimento - Indice - 1.5 Homo Sapiens

Homo Sapiens
I primi esseri umani anatomicamente di tipo moderno apparvero per la prima volta nei reperti fossili di 195.000 anni fa in Etiopia. Ma, anche se erano anatomicamente di stampo moderno, i ritrovamenti archeologici disponibili non indicano che si comportassero diversamente dagli ominidi che li avevano preceduti. Utilizzavano gli stessi attrezzi in pietra grezza e cacciavano meno efficientemente degli esseri umani che li avrebbero seguiti. Ad ogni modo, all'incirca da 164.000 anni fa nell'Africa meridionale, ci sono prove di un comportamento più sofisticato, e da quel momento si ritiene si sia sviluppato il comportamento moderno. A quel punto una vita di tipo costiero e lo sviluppo dell'attrezzatura associata rimanda evidentemente ad un consumo di molluschi. Questo stile di vita può essere dovuto a pressioni climatiche dovute a condizioni di glaciazione. Gli attrezzi in pietra del periodo mostrano caratteristiche regolari che furono riprodotte o duplicate con più precisione. In seguito, apparvero anche attrezzi fatti di materiale osseo e corna. Questi artefatti possono essere facilmente suddivisi in base alla funzione, come punte per scalfire, attrezzi di incisione, coltelli e attrezzi per trapanare e forare. Insegnare alla prole o ad altri membri del proprio gruppo come produrre tali strumenti dettagliati sarebbe stato difficile senza l'aiuto della lingua.
Adesso trascriverò in grassetto la continuazione dell'articolo per appunto dimostrare l'affinità di pensiero con quanto da me scritto  nel 97° Post e che sopra ho evidenziato in grassetto.

Il passo più grande nell'evoluzione del linguaggio fu probabilmente il passaggio da una comunicazione primitiva di tipo pidgin ad un linguaggio di tipo creolo con la grammatica e la sintassi di una lingua moderna. Molti studiosi ritengono che questo passaggio può essere stato compiuto solamente insieme ad alcuni cambiamenti biologici nel cervello, come una mutazione. E' stato ipotizzato che un gene come il FOXP2 potrebbe aver subito una mutazione che permise agli esseri umani di comunicare. Le prove suggeriscono che questo cambiamento ebbe luogo in un punto imprecisato dell'Africa orientale, all'incirca dai 100.000 ai 50.000 anni fa, cosa che apportò cambiamenti significativi nei resti fossili. Non è ancora chiaro se le lingue si svilupparono gradualmente in migliaia d'anni o apparvero relativamente all'improvviso.



domenica 4 settembre 2011

158° Post - Perchè Pensiamo a "Un'Anima".

Un saluto a chi mi legge.


Con questo Post, termino di trascrivere i Pensieri di Arthur W. Osborn. Questo titolo del Post è lo stesso riportato dal Libro l'asse e il cerchio - edito da Astrolabio (come già riferito nel Post 155) ed è la continuazione del Capitolo L'Identità Personale, trascritta nel precedente Post.
 Tengo a precisare che nonostante avessi questo Libro nella mia piccola libreria personale da circa 30 anni,  avevo  letto alcune delle prime pagine molto tempo fà, ho iniziato la lettura del libro dandovi la dovuta attenzione e trovando molti significati,  solo circa un mese fà.

Cordialità,
Sopangi.

PERCHE' PENSIAMO A "UN'ANIMA"         (da pag. 132)
Per spiegare l'identità personale nel mezzo del cambiamento postuliamo un'anima o qualche "centro" permanente come nostro "vero sé". Questo modo di pensare è di tipo meccanicistico. Stiamo cercando di costruire un modello concettuale; qualcosa di accessibile al linguaggio comune. Nel capitolo XIV abbiamo detto che un'anima immutabile sarebbe un'anomalia, e che un'anima mutevole ci coinvolgerebbe in un regresso all'infinito. Persiste tuttavia una disposizione profondamente radicata a pensare in termini di, "un'anima". Questo perchè l'universo fenomenico ci si presenta sotto gli aspetti della stabilità e del cambiamento. Sembra che ci siano "cose" che non cambiano sebbene la qualità di queste "cose" sia sempre in cambiamento. Questo è il mondo delle nostre percezioni. Gli oggetti si stagliano nello spazio e rimangono gli stessi sia che noi li vediamo o meno. Montagne, alberi, sedie e altri oggetti in una varietà infinita, sembrano esistenti, indipendenti, reali, in possesso di mutevoli qualità di tatto, gusto, profumo, odore e colore senza influire su quella che potremmo chiamare la loro "essenza di cose".
Sappiamo che questa è un'immagine ingannevole del mondo, e abbiamo attirato l'attenzione su questo fatto nel capitolo XIV, nel paragrafo intitolato Mente e materia (Post 156) . I cosiddetti oggetti stabili sono semplici postulati per spiegare i nostri dati sensoriali. Non ha quindi significato dire che essi hanno delle "qualità". Tutto ciò che effettivamente conosciamo è il nostro mondo puramente psicologico di sensazioni, sul quale basiamo le nostre speculazioni su quello che potrebbe accadere al di fuori di noi. Se consideriamo i nostri sensi come delle "finestre" nel senso del nostro guardare attraverso di esse a un mondo esterno indipendente. Abbiamo discusso la questione nel capitolo VIII quando abbiamo considerato la Teoria della Corrispondenza della Verità.
Tuttavia la maggior parte del nostro pensiero è basata sul mondo familiare dell'esperienza sensoriale, e questo a dispetto del fatto che, sia filosoficamente che fisicamente, sappiamo che il mondo sensoriale deve essere un'apparenza di una qualche Realtà più profonda.

(Mi permetto di aprire una parentesi perchè non mi trovo in accordo con l'Autore, nello svalorizzare ciò che l'Autore stesso e non solo lui  usa definire come "apparenza" il Mondo sensoriale che percepiamo e viviamo, dando la sensazione che tale Mondo sensoriale sia cosa di poco conto, appunto un'apparenza, a vantaggio di ciò che l'Autore, e non solo lui, vuol definire come Realtà più profonda. La mia personale convinzione è che attraverso un "rispettoso" rapporto conoscitivo nei confronti di ciò che percepiamo e conosciamo attraverso i nostri Sensi, "nel Mondo sensoriale " di cui siamo parte integrante, si possa ampliare la nostra comprensione di ciò che "impropriamente" si vuole definire come Realtà più profonda sottostante al "mondo sensoriale come apparenza", inquanto tale separazione concettuale può fuorviare e non far comprendere la ragionevole relazionalità fra le due definizioni "Realtà e Mondo Sensoriale").

Il nostro linguaggio è derivato dai dati sensoriali, e se percepiamo "cose" che sembrano essere permanenti nel mezzo del cambiamento, tendiamo ad applicare questo tipo di pnsiero alla nostra esperienza psicologica. E' quindi naturale per noi pensare a "un'anima" come a un'entità permanente proprio come pensiamo a oggetti fisici stabili.
L'IDENTITA' PERSONALE E' UN DATO DI FATTO SIA CHE L'ATTRIBUIAMO O NO A UN'ANIMA.
L'identità personale è un dato di fatto della nostra esperienza e questo fatto non può essere modificato rifiutando una semplice parola come "anima" e neppure qualsiasi altra forma verbale. La personalità è la gloria che corona l'umanità. E' per questo che lo spirito umano si ribella istintivamente contro qualsiasi regime, politico o istituzionale, che minacci di schiacciarci in quanto persone.
Non abbiamo bisogno di nessun argomento per convicerci che tutti i valori nascono da persone sviluppate al loro massimo. La personalità può fiorire soltanto nella massima libertà. 

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