martedì 23 novembre 2010

109° Post - Le Vie della Reciprocità.

Un saluto a chi mi legge e buone riflessioni.


                        
Penso che ogni "confronto" svolto con l'intento di comprendere il "senso" di molteplici punti di vista, possa rappresentare il "modo benefico" per realizzare con "atti stabili" il Significato della "reciprocità". L'Arte è senza dubbio la Via attraverso la quale possiamo accedervi.  

Cordialità 
Sopangi. 

Riporto quì di seguito la Presentazione di Copertina del Libro "Che Cos'è l'Arte?"
 di Lev Tolstoj, con Introduzione di Pietro Montani - DONZELLI Editore - 2010.

L'architettura, la scultura, la pittura, la musica, la poesia sono forme di quella che comunemente chiamiamo arte. Se prendiamo, ad esempio, l'architettura, vediamo che ci sono edifici modesti che non sono opere d'arte e persino edifici malriusciti con ingiustificate pretese artistiche; come si fa allora a distinguere l'arte da ciò che è semplicemente utile e dai presunti gesti artistici fini a se stessi? In cosa consiste il tratto distintivo di un'opera d'arte? L'arte è quell'attività che produce il bello, non si esita a rispondere, ma cosa s'intende per bello? Di domanda in domanda, Tolstoj passa in rassegna l'evoluzione di concetti di base quali il bello, l'utile, il gusto, la verità, il giusto, attraverso la filosofia, l'estetica, la critica d'arte, la letteratura; senza lesinare esempi concreti, giudizi perentori e stroncature sull'opera di tanti talenti consacrati.
L'arte vera, sostiene Tolstoj, è quella che contagia, che è capace di suscitare nell'uomo quel sentimento di gioia nella comunione spirituale con l'artista e con gli altri che contemplano la stessa opera d'arte. In questo modo l'arte può stimolare la convivenza pacifica tra gli uomini mediante la loro libera e gioiosa attività e può dunque contribuire a sopprimere la violenza, facendo in modo che i sentimenti di fratellanza e amore per il prossimo, oggi accessibili solo ai migliori, diventino sentimenti abituali, istintivi in tutti.
L'arte autentica, per Tolstoj, è dunque arte "popolare": "non una collezione di opere - commenta Montani nella sua Introduzione - o un insieme di forme canonizzate, quanto il necessario risvolto sentimentale di ogni autentica sapienza di vita".             

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