domenica 3 febbraio 2013

212° Post - La Capacità dell'Intendere e del Fare.

Un saluto a chi mi legge.


Fiesole, Monte Ceceri.


     Voglio sinteticamente e brevemente analizzare con una personale riflessione il titolo di questo Post: " La Capacità dell'Intendere e del Fare" - 

Penso che la Capacità in sé, anche se in vari "gradi" manifestata, sia una peculiarità di "ogni" essere vivente del nostro Pianeta; osservando quanto gli esseri viventi appartenenti al Regno  della Natura possono fare senza che vi sia come nel Regno Umano una Cultura che a loro comunica, non nascondo di rimanere forse presuntuosamente dal mio punto di vista umano, "meravigliato", mi capita quindi di domandarmi da dove questa innata Capacità che ogni essere vivente indistintamente porta in sé, tragga la sua origine, provo così a riflettere sulla parola Capacità e provo ha  pensarla come una "struttura" naturale impersonale e come tale  alla "base" di ogni immediato-successivo movimento percettivo. E' per questa Capacità che ogni essere vivente porta in sé l'atto dell' apprendimento e del sostentamento. Questa mia breve riflessione un po' enigmatica, ha l' intento di indirizzare la mia attenzione più che alla parola in sé, "Capacità", a ciò che questa voglia significare ancor prima che la parola stessa la esprima ed osservare  nell'apparente vuoto del non nome ciò che il  Sentimento mi può comunicare.

Dell'Intendere - La mia personale capacità di comprendere è strettamente correlata, ha quanto mi è stato trasmesso culturalmente sia in ambito familiare che sociale e conseguentemente alla mia capacità di "rielaborazione" dei contenuti stessi.
 La comprensione quindi benché fattore di attività personale è l'atto attraverso il quale i "contenuti culturali" che mi distinguono, possono essere "modificati" dando al mio Fare
 le sue "particolarità".

Del Fare - Attraverso il mio "operare" nella vita, riesco a rendere "evidente"a me
 ed agli Altri la "misura" della mia Capacità dell' Intendere e del Fare, ciò da  senso e significato alle parole Comunità e Reciprocità.

Cordialità,
Sopangi.

mercoledì 16 gennaio 2013

211° Post - La ricerca di Significati.

Un saluto a chi mi legge.




Trascriverò dal Libro LO ZODIACO di Franz Cumont un passaggio; l'intento è quello di rendere evidente come la "ricerca di significati" molto spesso possa essere impedita da atteggiamenti di chiusura da parte di certe Autorevoli personalità che chiamate a dare propri giudizi su specifiche argomentazioni, stante la propria rigidità di convinzioni che gli si sono cristallizzate nel tempo, (e quindi di fatto si dimostrano di impedimento per "tutti" coloro che da tali Autorevoli personalità dipendono) non consentono di ampliarne, approfondirne e possibilmente svelarne "ulteriori" significati.
D'altra parte, osservando panoramicamente gli eventi che nel tempo storico passato e presente si sono succeduti, questi "atteggiamenti di chiusura" hanno avuto ed hanno tutt'ora una sconfortante realtà, con le conseguenze che si possono "vedere", in special modo per chi e da chi la Conoscenza vuole concepirla come moto di "maturazione" unitiva.

da LO ZODIACO di Franz Cumont - Piccola Biblioteca 629 - ADELPHI ( pagina 13)
  • Nel 1821, lo zodiaco di Dendera, fu trasportato a Parigi come il monumento più venerabile dell'astronomia degli antichi. Ma, dopo una celebre controversia la critica di Letronne spogliò questi zodiaci egizi del falso prestigio di cui erano ammantati e ne dimostrò, insieme al carattere astrologico, la datazione tarda, per nessuno di essi anteriore all'epoca romana. "Anziché celare" concludeva Letronne "come si era auspicato, il segreto di una scienza giunta a perfezione ben prima del diluvio, essi non sono che l'espressione di assurde fantasticherie e la prova vivente di una debolezza che più hanno screditato l'intelligenza umana".
Prendendo ad "esempio" questo atteggiamento di chiusura così apertamente dimostrato da Letronne, (anche se naturalmente potremmo in vari modi giustificarne il fatto) voglio chiarire che non intendo ergermi a difensore dell'Astrologia, non è ne mio compito ne il mio intento, ma il senso è quello di contribuire con questo Post e secondo le mie personali possibilità e capacità, a maturare un atteggiamento di "riconoscimento" del "valore" che abbiamo a disposizione quando ci apprestiamo ad "indagare" su quanto si è andato "Culturalmente" formando nel tempo storico nelle molteplici espressività Umane ( e quindi "vedere" come, pur preservando la propria "formazione" comprendere il significato dei pre-concetti che informano la nostra "consapevolezza" e che per loro struttura si dimostrano di impedimento ad un possibile approfondimento), evocando per tale scopo quell'Atteggiamento di intelligente apertura che potrebbe contribuire a svelare possibili ulteriori "significati" a vantaggio proprio e della collettività.

Questa mia personale considerazione (che può essere liberamente confutata) naturalmente può valere per tutte quelle Materie che con il loro Nome informano e formano le molteplici attività umane.
Personalmente non credo a ciò che viene definito con la parola Caso, né penso che le varie Materie che distinguono le molteplici attività umane, siano fra loro "nei fatti" separate
Le Materie in sé non hanno Autonomia se non perché vivificate dall'Ingegno Umano (questo è il mio pensiero) e quindi è all'Uomo, che attraverso le proprie "opere" rappresenta tali Materie, che dovremmo rivolgere i nostri interrogativi, quando questi si rendono necessari.
Finanza, Politica, Scienza, Religione, Musica, Astronomia, Biologia, Medicina, Filosofia, ecc., rappresentano "solo" dei Contenitori, sono Materie cui l'Uomo da Significato con la propria "operosità".


Cordialità,
Sopangi.

venerdì 11 gennaio 2013

210° Post - Nutrire la "propria" Consapevolezza.

Un saluto a chi mi legge e un Proficuo 2013.


Avevo pensato di iniziare l'Anno 2013 con un altro Titolo, ma il 4 Gennaio mi sono recato in Libreria, luogo che con piacere frequento spesso e nel mio consueto peregrinare fra i vari scaffali per trovare qualche "titolo speciale" ( ho sempre la personale idea che troverò una lettura adeguata al "mio" momento), mi sono trovato a leggere questo titolo "Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza" - Autore Julian Jaynes  - ADELPHI EDIZIONI -

Ho così deciso di acquistarlo e già nello stesso giorno ho iniziato la lettura, da subito ho trovato un argomento particolarmente impegnativo per il tema trattato, così ho pensato di dedicargli maggiore attenzione, ad oggi 11 Gennaio sono arrivato alla pagina 135, in questi giorni ho preso appunti ed annotato i passi che mi sembravano a mio avviso quelli a cui dare maggiore attenzione riflessiva, poiché il Libro consta di 558 pagine, il lavoro che mi aspetta dovrò diluirlo nel tempo, ma già da ora posso formulare qualche mia " personale" impressione.

Ho deciso così di trascrivere per questo mio primo Post dell'Anno 2013 alcuni passi "significativi" del Libro, indirizzando l'eventuale Lettore di questo Post, a considerare secondo i propri intendimenti,l'acquisto del Libro con l'opportunità della sua "riflessiva" lettura.

Il tema di  questo Post è nella domanda "cos'è la Coscienza?" anche se il Titolo è "Nutrire la "propria" Consapevolezza".

Mi avvarrò per questo, di alcuni pensieri che trascrivo da Wikipedia e come sopra detto dal Libro di Julian Jaynes "Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza", inoltre trascriverò sempre da Wikipedia alcune note che riguardano l'Autore.

L'intento di questo mio Post è quello di condividere il mio "personale" interesse per un argomento così importante, con chì si troverà a leggere questa mia considerazione.

Cordialità,
Sopangi.

Coscienza (filosofia)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coscienza in ambito filosofico, si potrebbe genericamente definire come un'attività con la quale il soggetto entra in possesso, tramite l'apparato sensoriale, di un sapere immediato e irriflesso che riguarda la sua stessa, indistinta, corporea oggettività e tutto ciò che è esterno a questa.

Julian Jaynes
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Julian Jaynes (27 febbraio 1920- 21 novembre 1997) è stato uno psicologo statunitense.
Noto per il suo libro Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza (1976), nel quale egli affermò che i popoli primitivi non erano consapevoli nella moderna accezione del termine, e che la mutazione del modo di pensare umano sarebbe avvenuta nello spazio di alcuni secoli tremila anni or sono.
si legge ancora:
Le teorie di Jaynes sulla coscienza si dimostrarono a dir poco molto controverse. La sua interpretazione di un Achille guidato da voci interiori era indubbiamente originale. Quando uscì l'Origine della coscienza, egli fu criticato aspramente per aver cercato di ingraziarsi il grande pubblico senza avere prima sottoposto l'opera ad un attento esame da parte dei colleghi. Tuttavia come opera scientifica divulgativa ebbe un certo successo, tanto da venire candidata al National Book Award nel 1978.
infine si legge:
Le polemiche suscitate dal libro hanno nel complesso messo in ombra le altre sue numerose scoperte, soprattutto nel campo del comportamento animale e dell'etologia. Tra gli insigni scrittori e scienziati le cui opere furono influenzate o ispirate dalle teorie di Jaynes vi furono Daniel Dennett e Steven Pinker.

Trascriverò adesso alcuni passi direttamente dal Libro, come si evince anche dalla sua Biografia, l'argomento trattato può suscitare controverse reazioni, ma penso che l'Autore abbia profuso nella Sua ricerca riportata su carta stampata, molte delle proprie energie, fatte di riflessioni continue e non solo e per dare riconoscimento a Coloro che in buona fede impegnano se stessi su Argomenti di interesse comune, mi permetto di condividerne secondo le mie capacità interpretative i "contenuti".

GLI ADELPHI  -  Julian Jaynes  - Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza

da pagina 23 - E' un po' come se tutta la vita si fosse evoluta fino a un certo punto e poi, in noi stessi, avesse fatto un'improvvisa svolta ad angolo retto esplodendo in una direzione diversa.

da pagina 23 - Nell'evoluzione umana dev'esserci qualcosa di più della mera conbinazione di materia, caso e sopravvivenza. Per rendere ragione di qualcosa di così diverso come la coscienza è necessario aggiungere a questo sistema chiuso qualcosa dall'esterno.

da pagina 26 - la coscienza emerse a un certo punto dell'evoluzione in un modo che non è derivabile dalle sue parti componenti.

da pagina 27 - Se la coscienza era emersa nel corso dell'evoluzione, quando era avvenuto ? In quale specie? Quale tipo di sistema nervoso è necessario allo scopo?

quindi a pagina 68 la domanda "forte" dell'Autore:
La coscienza è necessaria?

Relativamente a questa domanda riporterò qui di seguito lo scritto dell'Autore, per intero perché il suo contenuto secondo me ha "diritto" di approfondimento, con questo scritto darò termine al mio Post.

da pagina 68 - Fermiamoci ora un istante a considerare dove siamo arrivati, giacché abbiamo appena finito di aprirci la strada attraverso una quantità enorme di materiali ramificati che ci sono forse sembrati più imbarazzanti che non chiarificanti. Siamo stati condotti alla conclusione che la coscienza non è ciò che noi generalmente pensiamo che sia. Essa non va confusa con la reattività. Non interviene in una moltitudine di fenomeni percettuali. Non ha alcuna parte nell'esercizio di abilità, di cui spesso ostacola l'esecuzione. Non interviene necessariamente nel parlare, nello scrivere, nell'ascolto o nella lettura. Non trascrive l'esperienza, come molti credono. La coscienza non ha nulla a che fare con l'apprendimento di segnali, né c'è bisogno del suo intervento per imparare abilità o soluzioni, cosa che si può fare senza avere coscienza. Non è necessaria per la formulazione di giudizi o di pensieri semplici. Non è la sede della ragione, e anzi alcuni fra gli esempi più difficili di ragionamento creativo fanno a meno della sua assistenza. Essa non ha inoltre una localizzazione reale, ma solo ubicazioni immaginarie !
La domanda immediata che si pone è quindi:  ma la coscienza allora esiste?
Affronteremo però questa domanda nel prossimo capitolo.
Quì è necessario solo concludere che la coscienza non è poi così importante per molte nostre attività. Se i ragionamenti che abbiamo fatto finora sono stati corretti, è possibilissimo che sia esistita una razza di uomini che parlavano, giudicavano, ragionavano, risolvevano problemi, che facevano in definitiva quasi tutto quello che facciamo noi, ma che non erano affatto coscienti.
E' questa la conclusione importante e sotto certi aspetti sconvolgente che siamo costretti a formulare a questo punto. E in effetti ho cominciato in questo modo, e attribuisco grande importanza a questo capitolo di apertura perché se il lettore non è convinto che una civiltà senza coscienza è possibile, la discussione che segue apparirà non persuasiva e paradossale.

sabato 8 dicembre 2012

209° Post - La Cultura del Silenzio.

Un saluto a chi mi legge.





Voglio innanzitutto precisare che il titolo di questo Post, "La Cultura del Silenzio" non vuole essere una antitesi alla vita sociale che stiamo vivendo e sperimentando. Penso che i "sistemi" Tecnologici che stanno cambiando il nostro modo di vivere (rispetto ai tempi storici precedenti), abbiano una loro ragion d'essere e che dalla accettazione discriminante di questi sostanziali cambiamenti, dalla loro specifica Funzione, possa determinarsi un Rinascimento inclusivo.
Fatta questa "personale" e breve premessa, invito il Lettore di questo Post, ad orientare la propria "attenzione" e "riflessione" sul significato della parola Cultura quale Contenitore delle "espressività prodotte" dal nostro Umano vivere, quindi provando forse, "interrogante stupore" per la "qualità e quantità", accostare consapevolmente alle proprie considerazioni sul "valore" della Cultura,  ciò che la parola Silenzio, nel caso, potrebbe voler significare.
Così facendo mi auguro di aver fatto comprendere cosa ho cercato di comunicare con il Titolo di questo Post.


Cordialità,
Sopangi.

sabato 10 novembre 2012

208° Post - Devozione all'Immagine.

Un saluto a chi mi legge.



Riflessione di Sopangi:


Etimologicamente la parola "devozione" significa : stato d'animo di reverenza, affezione, obbedienza, venerazione. Provo però anche a configurarla come una parola composta da dovere e azione (devo-azione), ciò fa comprendere il "movimento" a cui la parola rimanda e che può coinvolgere la nostra complessità istintiva-emozionale-mentale. La misura della intensità è data dal grado di consapevolezza con cui ci apprestiamo a mettere in atto il "movimento" che la parola devozione porta in se.
Penso anche che, al di là delle configurazioni cui la parola devozione ha assunto nel "tempo" relativamente ai "luoghi" e "culture diverse", l'atto della devozione sia "già inscritto" nella struttura di ogni essere vivente e che le configurazioni di volta in volta assunte siano comunque determinate dalla loro innata "radice" naturale.
Tale "radice naturale" a mio avviso ha valore in se a prescindere dall'Immagine cui l'atto della devozione si riferisce e perché vi sia devozione, naturalmente prima vi deve essere un "riconoscimento" del "valore" dell'Immagine e potrebbe risultare proficuo considerare anche come e perché nasca in noi il "riconoscimento del valore".
La Devozione è "produzione" di vitalità.
L'Immagine è la rappresentazione visiva di una "idea", sulla quale possiamo esercitare il proprio atto di devozione.
La natura della "idea", ciò che "l'idea" racconta e dice rappresenta quindi l'anima dell'Immagine, è attraverso essa che il luogo ove l'Immagine viene posta, diviene "contenitore" e "trasmettitore" di vitalità.
Nel luogo ove risiede l'Immagine, anche la "vitalità" trasmessa da ogni partecipante (anche se in diversa misura), contribuirà a determinare quell'Atmosfera vitale nella quale ogni partecipante potrà trovare un proprio "compimento".

Cordialità,
Sopangi.

martedì 9 ottobre 2012

207° Post - Consapevolezza Armonica.

Un saluto a chi mi legge.



Praticare  evolvendo...
cogliere la realtà,
visivamente e intimamente percepita
esercitando intelligenza ed emozione,
facendo si, che,
la propria "produzione"  di immagini,
si accordi,
con la ragionevolezza applicativa.

Cordialità,
Sopangi.

giovedì 6 settembre 2012

206° Post - Poetando in Fiorentino.

Un saluto a chi mi legge.


Poetando in Fiorentino.

da i Dugento a i Cinquecento
se Te t'attungi i Mille,
Tu passerai a un tempo sopraffino,
i Mondo allora conosciuto,
ricevette un Bell'impulso...
perchè e fiorì in riva all'Arno
dimorto Genio Fiorentino.


Cordialità,
Sopangi.

giovedì 9 agosto 2012

205° Post - La Geometria del Suono.

Un saluto a chi mi legge.


Chiesa di Santa Trinita - Firenze



Vi sono Luoghi "particolari"
architettonicamente "costruiti" dall'Uomo,
che oltre alla bellezza delle loro visibili forme,
possono trasmettere
all'attento Visitatore,
il Suono che la geometria "dell'insieme" comunica.
Accordarsi a questo Suono silenzioso,
dà la possibilità di "cogliere"
la Maestria dell'Ingegno in atto,
fonte, di riverente stupore.

Cordialità,
Sopangi.

venerdì 13 luglio 2012

204° Post - La ricerca della Stabilità

Un saluto a chi mi legge.




La ricerca della Stabilità.


Vi è un "codice lineare"
che determina la complessità dei sentimenti
che si palesano alla nostra consapevolezza,

vi è un "compito" non scritto,
che crea impulso
per la comprensione del suo significato.



Cordialità,
Sopangi.

sabato 9 giugno 2012

203° Post - Nutrire la Consapevolezza.

Un saluto a chi mi legge.




Ciò che è "visto"
può essere "conosciuto"

ciò che è "conosciuto"
porta in sé la sua "rivelazione"

la "rivelazione" del "conosciuto"
predispone la "giusta" azione.


Cordialità,
Sopangi.

mercoledì 9 maggio 2012

202° Post - Limite dell'Interpretare.

Un saluto a chi mi legge.






da Dizionario Etimologico - Rusconi Libri - 2004
(riporto parzialmente)


interpretare s.f. cfr intèrprete
SIGNIFICATO  l'interpretare; spiegazione di cosa oscura;
recitazione di una parte; esecuzione.


intèrprete s.m. c.f. dal latino interpres (= propriamente mediatore),
per altri la radice è prat- / pret (= far conoscere),
come nel greco phràzeiu (= spiegare, mostrare) e nel gotico frathas (=intelligenza).
SIGNIFICATO chi traduce in altra lingua - chi riferisce e spiega i pensieri altrui.


Penso sia possibile considerare che la nostra Consapevolezza si "nutra" di "conoscenza trasmessa", conoscenza che va a dare "significato" alla propria esperienza conoscitiva diretta.
Molti sono i "Pensatori" che nel tempo storico hanno operato sulle Idee, per elaborare e trasmettere Conoscenza, quella Conoscenza che porta in sé tutte le interpretazioni intellettive che hanno avuto ed hanno come scopo quello di interpretare dando risposte, agli "interrogativi" della nostra vita, che di volta in volta si sono presentati e si presentano alla nostra Consapevolezza, nei molteplici "contesti vitali", per le rispettive situazioni.
Il Patrimonio conoscitivo acquisito nel tempo storico è immenso e non è certo nelle mie possibilità quello di analizzarne i molteplici contenuti, per "fortuna" ci sono i "Mezzi" perché questo possa essere attuato, naturalmente per chi lo voglia, così che il Patrimonio conoscitivo può essere a disposizione di "tutti", pur se in gradi diversi, secondo le capacità personali acquisite e che comunque possono sempre essere più agevolmente ampliate.
La Conoscenza ha un "ruolo" fondamentale nella nostra vita, questo è almeno il mio pensiero, mi permetto comunque in questo mio Post di considerare che il Patrimonio conoscitivo pur per il  Valore che porta in sé può avere nel suo interno anche il "limite della interpretazione".
Accettando, verificandone l'assunto, senza naturalmente inficiarne il Valore, vorrei provare, forse utopisticamente ad andare "oltre" le contrapposizioni che la "personalizzazione" della Conoscenza molto spesso ha procurato e che ancora procura, limitandoci così "forse" la possibilità di "respirare" il Significato del Conoscere.


Cordialità,
Sopangi.

sabato 7 aprile 2012

201° Post - Beneficiare, praticando.

Un saluto a chi mi legge.




Esercitare l'ascolto
nella naturale dimora,
centro, nel proprio cuore
e... "cogliere"
la realtà dello spirito informale,

con la ripetuta consapevole pratica,
le proiezioni mentali si acquietano,
distinguendone il loro senso
e... nel "silenzio" trovato,
la semplicità può palesarmi il suo significato.


Cordialità,
Sopangi.

sabato 10 marzo 2012

200° Post - Esercitarsi a Riflettere.

Un saluto a chi mi legge.


Si può pensare che l'idea di Impossibile,
sia una interpretazione limitante
conseguenza di un "atteggiamento" mentale
 a cui si voglia porre rimedio, 
perchè ciò che si crede impossibile, così,
si traduca in possibilità,
ed in particolari situazioni
ciò può indicarci che questa sia la opportuna soluzione,
ma può rappresentare anche,
la intelligente interpretazione di un "limite"
che la Natura ci trasmette,
e che la propria soggettiva "sensibilità"
rivolgendo una attenta "valutazione",
comprendendone del limite, la causa,
possa con ciò, attuare per sé, la benefica azione,
accettando così di ciò che ci appare Impossibile, 
la sua ragionevolezza.


Cordialità,
Sopangi.

sabato 3 marzo 2012

199° Post - Un Saluto ed un Invito.



Se hai "tempo" cerca fra i vari Post pubblicati,
"forse" vi troverai "qualcosa" che vale l'impegno di essere letto,
potrebbe servirti a favorire una Tua riflessione sul tema trattato,
a condividere un mio sentimento donato,
o a darti un "momento", attraverso la visione di un Video pubblicato.

Cordialità,
Sopangi.
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