Premessa:
quanto esporrò sullo Stoicismo, non vuole essere una "approvazione" del suo Pensiero, come già riferito precedentemente, non è mia intenzione entrare in merito al "giudizio" delle Molteplici correnti di Pensiero, per tale scopo ci sono Autori autorevoli, ma poichè in questi giorni stò leggendo un trattato sullo Stoicismo che non conoscevo nei suoi specifici contenuti e considerando il Titolo del mio Blog, mi permetto di riportare una pagina di questa Lettura,perchè la trovo indicativa nei suoi significati, e che comunque penso possa servire come ogni Conoscenza trasmessa, a mettere il Lettore nella condizione di poter misurare con la sua capacità riflessiva il proprio "grado" di consapevolezza raggiunto.
Cordialità
Sopangi
dal Libro di Max Pohlenz LA STOA - STORIA DI UN MOVIMENTO SPIRITUALE - BOMPIANI IL PENSIERO OCCIDENTALE - titolo originale Die Stoa. Geschichte einer geistigen Bewegung - 2005 R.C.S. Libri
pag. 266 e inizio pag- 277
La Comunità Umana. Legge Razionale e Dovere. La Moralità nella vita quotidiana.
L'uomo può esistere, tanto fisicamente quanto spiritualmente, solo all'interno della comunità. Egli ha, tra gli istinti primari propri della sua natura, la disposizione alla vita associata. Accanto all'amore per il proprio io porta in sé fin dalla nascita l'amore per i genitori e i parenti; ma si sente anche legato come membro di una stessa famiglia a tutti gli altri uomini. Una vita completamente solitaria lo distruggerebbe anche spiritualmente. Oltre all'istinto d'imparare, ha quello d'insegnare e di comunicare. Già il bambino gioisce se può donare qualche cosa agli altri. Noi obbediamo a un istinto naturale quando aiutiamo gli altri, a un istinto naturale obbedisce Eracle quando, tra fatiche e pericoli d'ogni sorta, mette tutta la sua forza al servizio dell'umanità. Lo stesso Dio non possiamo rappresentarcelo privo di una disinteressata sollecitudine, e noi uomini estendiamo la nostra preoccupazione per gli altri anche oltre i limiti della vita. Nel testamento prendiamo disposizioni concernenti il più lontano futuro e il detto "Morto me, crolli il mondo: che m'importa?" ci offende come qualcosa di disumano.
si legge ancora:
E' un fatto che l'uomo, fin dalla nascita, porta in sé l'istinto della propria conservazione; ma poichè il bene delle parti dipende da quello del tutto, proprio questo istinto ci spinge per legge di natura a pensare al bene della comunità. Il principio "l'interesse collettivo precede l'interesse individuale" non è il risultato di una riflessione intellettuale, ma scaturisce da un esame della nostra più intima natura.
L'individuo deve inserirsi nella comunità, rispettare i diritti degli altri e "dare a ciascuno ciò che gli spetta". Questa è l'essenza della virtù sociale, della giustizia.