lunedì 27 settembre 2010

89° Post - La Scrittura

Un saluto a chi mi legge.

 
Riporto quì di seguito una sintesi dell'Articolo che tratta della Invenzione della Scrittura tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera, volendo evidenziare che la parola Invenzione non può dare una soddisfacente spiegazione nei confronti di un "evento" di importanza fondamentale per lo sviluppo delle Civiltà umane. Mi auguro che un giorno qualche Studioso sappia svelare il mistero che questa "Invenzione" porta in sè.

Enmerkar e il signore di Aratta è un poema sumerico di 636 righe, il primo di un ciclo in cui si narra del conflitto, probabilmente reale, che aveva contrapposto le città di Uruk e Aratta, intorno al 3000 a.C.. Il poema narra il sorgere della disputa fra Enmerkar, sovrano di Uruk, e il signore di Aratta (che in un poema successivo del ciclo viene identificato con Ensuh-Keshdanna). Enmerkar è un re leggendario che la lista reale sumerica colloca tra i mitici sovrani della I dinastia di Uruk. Aratta non è stata identificata, ma era certamente nell'altopiano iranico.
Il poema non descrive scontri armati, ma solo l'andirivieni di un messaggero che trasmette il pensiero dei due sovrani. La volontà del sovrano di Uruk di sottomettere Aratta al suo dominio si scontra con il rifiuto dell'altro sovrano, ma il problema della sovranità si intreccia con proposte di scambi commerciali tra le granaglie di cui è ricca Uruk e il legname e le pietre dure di cui è provvista la regione di Aratta.
Il brano più interessante del poema è probabilmente quello in cui il re di Uruk, volendo trasmettere un messaggio troppo complesso perchè sia ricordato con certezza dal messaggero, inventa la scrittura. 
prima di trascrivere il  brano sopra descritto oltre a ricordare come la parola "invenzione" lasci in ombra il significato vero di questo "evento" vorrei anche fosse posta l'attenzione sulla motivazione, dove non penso debba essere stata la complessità del messaggio da comunicare motivo valido per la "creazione dell'evento".

il brano nella traduzione di G. Pettinato:

"Il messaggero aveva la "lingua pesante" non era capace di ripeterlo;
Poichè il messaggero aveva la "lingua pesante", e non era capace di ripeterlo,
il signore di Kullab(Uruk) impastò l'argilla e vi incise le parole come in una
tavoletta;;
-prima nessuno aveva mai inciso parole nell'argilla-
ora, quando il dio sole risplendette, ciò fu manifesto:
il signore di Kullab incise le parole come in una tavoletta, ed esse furono
visibili."

Ed ecco la reazione dell'altro sovrano quando riceve la tavoletta:
"Il signore di Aratta, dall'araldo
prese la tavoletta lavorata artisticamente;
il signore di Aratta scrutò la tavoletta:
-la parola detta ha forma di chiodo, la sua struttura trafigge-,
il signore di Aratta scruta la tavoletta lavorata artisticamente." 

Questo brano anche se  trascritto nel nostro linguaggio è portatore di mistero e di poesia, ma come non chiedersi come il sovrano di Aratta sia stato in grado di " leggere" immediatamente il messaggio ricevuto?. 


Cordialità
Sopangi. 
    

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