domenica 23 ottobre 2011

166° Post - Parlando della struttura di un Blog.

Un saluto a chi mi legge.



A differenza della struttura del Libro per cui tutte le pagine cominciando dalla prima hanno un loro specifico valore atto a completare ciò che l'Autore ha inteso dire, parlando della struttura di un Blog, quando ci capita di visitarlo, penso che la considerazione iniziale sia che l'ultimo Post pubblicato o tuttalpiù gli ultimi in ordine di data, siano i più significativi, forse i più importanti, se tale sensazione rimane nel Lettore, di fatto gran parte di ciò che nel Blog è stato pubblicato  non sarà conosciuto, non avremo così la possibilità di sapere se anche nei Post più vecchi vi possano essere pubblicati "pensieri" di una qualche utilità per la nostra ricerca.
Qualora questa mia personale considerazione dovesse essere condivisa da un possibile Lettore di questo mio Blog, invito Lo stesso, a dedicarvi qualche minuto, alimentando in se la sensazione che in qualche Post pubblicato anche dei più "vecchi" vi possa essere qualcosa che ha valso l'impegno profuso.
 
Cordialità,
Sopangi. 

martedì 18 ottobre 2011

165° Post - Guida Pratica Popolare

Un saluto a chi mi legge.


Il giorno 15 Ottobre 2011 con il Giornale La Nazione di Firenze, fu dato ai lettori un Libretto  in omaggio il cui Titolo è LA NUOVA CAPITALE - Guida Pratica Popolare di Firenze ad uso specialmente degl'Impiegati, Negozianti, delle Madri di famiglia, e di tutti coloro i quali stanno per trasferirsi.
In occasione del trasferimento della Capitale d'Italia da Torino a Firenze, fu pensato di stampare questo Libretto ad uso e consumo di tutti coloro (e sarebbero stati molti, alcune migliaia di cittadini) che per vari motivi si sarebbero trasferiti a Firenze, per agevolarne la conoscenza degli usi e costumi e per facilitarne quindi l'inserimento con il Popolo fiorentino. La data riportata dal Libretto è TORINO,1865 - Tipografia Letteraria - Piazza S. Carlo, 10. 
Ho pensato di riportarne un brano iniziale, e ringrazio La Nazione di Firenze  La Regione Toscana e l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze che ne hanno realizzata la divulgazione.

Il Libretto inizia con una introduzione pagine 3, 4, 5, 6, dove i Compilatori spiegano  ai Lettori quelli che saranno i contenuti di ciò che andranno a leggere, la data riportata è 5 Aprile 1865.
Passo al Capitolo I pag, 7 e 8
Firenze a volo d'uccello.
Panorama. - La categoria de' lettori, ai quali specialmente s'indirizza questa Guida, ci porge il destro, per dare una idea complessa e più facile dell'aspetto e della giacitura di Firenze,di usare come termine di confronto la città di Torino.
Se il lettore richiamandosi alla mente la configurazione di Torino, sostituisca l'Arno al Po, ai colli d'oltre Po, le colline che s'elevano sulla riva sinistra dell'Arno; e, dal lato opposto, invece delle vette delle Alpi, ponga, a minor distanza, i dossi e le creste dell'Appennino, ed a luogo delle poche case del Borgo Po, disegni un ampio quartiere, anzi una parte importante della città, avrà tracciato, in digrosso, a volo d'uccello, come suolsi dire, la figura topografica, e l'aspetto di Firenze - adagiata nella fertile valle che vi forma il quarto bacino dell'Arno, quasi tramezzata da questo fiume, difesa da una verdeggiante e fiorita cortina di colli, sui quali s'arrampica e s'innoltra con i suoi palagi, le mura, ed i lussureggianti giardini di Boboli.
La seconda impressione che riceve il forestiero in Firenze può variare a misura de' gusti, delle abitudini, delle prevenzioni; ma la prima è indubitatamente quella di una grande e simpatica città la quale attrae e seduce a prima giunta non solo per la meravigliosa bellezza de' monumenti che racchiude e delle opere d'arte, per le gloriose memorie che ad ogni mutar di passo richiamano in folla i suoi palagi e le sue vie, ma per la pittoresca ed incantevole sua situazione, per lo splendore e la mitezza del cielo, e, più di tutto, per una spiccante ed elegante armonia, che è nel suo insieme come in ogni sua parte; una giusta e perfetta intonazione - direbbe un artista - che è in ogni cosa; la quale accarezza e si cattiva subitamente l'animo e gli occhi del forestiero.
E' codesto il carattere, l'effetto più brillante - e più durevole - della vista e visita di Firenze; com'è pure la ragion principale - quand'anche non avvertita - per cui quella città guadagnasi la simpatia di chi la prima volta la vede e vi dimora.

Qui termino la trascrizione  del Capitolo I - Firenze a volo d'uccello - di cui ho riportato solo le pagine 7 e 8, ma che continua fino alla pagina 13, del Libretto composto di 52 pagine suddiviso in X Capitoli e con la Pianta della Città, il costo di allora, fissato in 80 Centesimi.
Elenco dei Capitoli successivi:
II. Usi e costumi     III. Abitazioni    IV. Economia domestica
           V. Per gli scapoli.   VI. Vetture pubbliche.   
           VII. Passeggiate e dintorni.   VIII. Scuole.  
                       IX. Teatri. X. Note.

Cordialità
Sopangi.

sabato 15 ottobre 2011

164° Post - La nascita del Tatuaggio.

Un saluto a chi mi legge.


da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Origini del Tatuaggio.
Il tatuaggio è stato impiegato presso moltissime culture, sia antiche che contemporanee, accompagnando l'uomo per gran parte della sua esistenza; a seconda degli ambiti in cui esso è radicato, ha potuto rappresentare sia una sorta di carta d'identità dell'individuo che un rito di passaggio, ad esempio, all'età adulta. (l'articolo continua) 
Riflessione personale:
in questa mia riflessione, non intendo discutere il "valore" del Tatuaggio, ma semplicemente mettere in evidenza come la particolarità del modificare il proprio aspetto "fisico" appartenga esclusivamente all'Uomo, pongo quindi un mio interrogativo sul quando tale "pratica" abbia avuto inizio e soprattutto cosa possa averla causata.
Considerazione per l'interrogativo posto:
ogni essere vivente del Regno Animale dotato di individuali particolarità fin dal suo iniziale manifestarsi in questo Mondo è "completo" in se stesso, nei suoi caratteri distintivi atti alla propria esistenza e ad esprimere le proprie facoltà, senza mai modificarne l' aspetto esteriore "artificialmente", solamente l'Uomo da tempo immemorabile (non mi risulta che se ne conosca l'inizio, anche se un inizio è ragionevole pensare che vi sia stato) modifica il proprio aspetto "esteriore" in molteplici modi, secondo i luoghi e le "usanze" a cui partecipa, nella convinzione che tali modificazioni gli procurino quel "potere" di cui si sente mancante e quella "protezione" di cui si sente avere bisogno, oltre a voler distinguere la propria appartenenza ad un particolare Gruppo sia sociale che spirituale.

Cordialità,
Sopangi. 

sabato 8 ottobre 2011

163° Post - Scienza, il Pensiero in Movimento.

Un saluto a chi mi legge.


Riflessione personale:
Si considera che negli anni dal 1760-1830, sia iniziata quella che è stata definita la prima Rivoluzione industriale, seguita dalla seconda Rivoluzione industriale fatta convenzionalmente partire negli anni del 1870 con l'introduzione dell'elettricità, per arrivare agli anni della terza Rivoluzione industriale verso il 1970, con lo sviluppo dell'elettronica e dell'informatica.
Nell'arco di tempo che va quindi dal 1760 al 1970, si sono determinate scoperte ed "invenzioni" rivoluzionarie per il precedente modo di vivere e pensare (si pensi alla Teoria evoluzionistica di Darwin) che hanno coinvolto il Pensiero Umano nelle sue strutture più profonde. Un processo di evoluzione della nostra consapevolezza che ha coinvolto fin dall'inizio interi popoli del Mondo "Occidentale"per propagarsi successivamente con varie modalità a tutti i Popoli del Pianeta.
Ciò che però mi preme evidenziare in questa mia personale riflessione, non sono le tante "scoperte" che si sono manifestate in tutto quel periodo di tempo, trasformando di fatto l'intera Società presente in quel momento e quindi quella futura, quanto l'interrogarmi sulla "ragione" che ha determinato tali fondamentali cambiamenti. Penso che se riuscissimo a "vedere" con uno sguardo d'insieme la storia dell'evoluzione umana, non potremmo non notare che durante migliaia di anni, la Storia dei vari Popoli, ha proceduto pur nelle loro trasformazioni, con ritmi ripetitivi e lineari e che solo da circa 2 secoli si è determinato un "salto" evolutivo (che pur tuttavia affonda le sue radici nella Storia dell'Umanità) che di fatto, trasformando la vita di intere popolazioni, ha dato l'avvio ad un "rinnovamento" del modo di pensare e di agire a cui la nostra "sensibilità" dovrebbe con intelligenza rivolgersi, per comprenderne a favore della Molteplicità Vitale di cui siamo parte,  il senso ed il significato.

Cordialità,
Sopangi.


sabato 1 ottobre 2011

162° Post - Considerazione di una Ipotesi.

Un saluto a chi mi legge.


Prendo lo spunto da uno scritto (che di seguito proporrò) tratto dal Libro - "Il segreto dell'universo" di Fabrizio Coppola - Edizioni L'Età dell'Acquario - dal paragrafo 7.11 Una gerarchia delle realtà - pag. 232 - al termine del quale farò una mia personale considerazione.
Come già espresso in altri miei Post, il fatto di trascrivere "scritti" di vari Autori su specifici argomenti, non vuol dire la mia adesione al Loro pensiero. Mi permetto di coglierne alcune note significative che ritengo "utili" per il Titolo del mio Blog, poichè il "senso del ricercare" penso accomuni ed unisca i cuori e le intelligenze, anche se a vario grado e titolo, rispettandone comunque le Diversità. 

7.11 Una gerarchia delle realtà - pag. 232
Ritorniamo al tema iniziale di questo capitolo: dunque esiste una realtà "superiore" rispetto a quella che noi sperimentiamo nella nostra vita quotidiana? Sicuramente la scienza moderna ha scoperto dei livelli "sottili" (cioè più "fondamentali") che danno origine ai livelli "grossolani" e materiali descritti dalla fisica classica. Però la cosa che ci lascia perplessi è la possibilità (affermata da Maharishi) di sperimentare tale realtà "superiore" direttamente per mezzo della nostra mente.
Leggiamo alcuni passi dalla introduzione a Ipotesi sulla realtà, (dello stesso Autore) che risale al 1991:

La scienza ha dimostrato che la creazione è strutturata in vari livelli di organizzazione: ciò naturalmente vale anche per gli esseri umani, che fanno parte della creazione. Se analizziamo il nostro corpo vediamo che esso è formato da miliardi di cellule; ma ciascuna cellula è formata da miliardi di molecole: e così via. Procedendo dal livello "grossolano" delle ordinarie percezioni dei sensi verso i livelli più "sottili", troveremo allora il livello cellulare, il livello molecolare, il livello atomico e i livelli subatomici; ciascun livello è riconducibile al livello successivo (per esempio il livello molecolare esiste perchè esistono gli atomi), anche se presenta caratteristiche sue proprie. Al di là di tutti questi livelli la fisica moderna prevede l'esistenza di un livello fondamentale da cui scaturisce tutta la realtà: questo è il livello del "campo unificato" della fisica. Sia la materia che le interazioni che regolano il comportamento della materia nascono come manifestazioni di questo unico campo fondamentale. Sebbene non esistano ancora prove definitive, le teorie fisiche sembrano inevitabilmente progredire (sulla base delle ricerche sperimentali) verso una conferma dell'esistenza del campo unificato. Così come gli altri livelli, il livello fondamentale sarebbe presente in tutti gli oggetti e in tutte le manifestazioni della realtà naturale, ma in più ne costituirebbe l'essenza: tale livello sarebbe presente, naturalmente, anche nell'uomo.
Ora, risulta evidente dalle moderne ricerche scientifiche che l'attività mentale dell'uomo è semplicemente un'esperienza soggettiva di processi fisici e chimici che hanno luogo ai livelli molecolare, atomico e probabilmente anche ai livelli subatomici del cervello (e del sistema nervoso in generale), e non si può escludere che tali processi coinvolgano anche il livello fondamentale, il livello del campo unificato.

( A questo punto il testo inizia a descrivere la tecnica di MT, che permetterebbe all'uomo di percepire il livello del campo unificato direttamente nella sua mente). 

Mia personale considerazione e ipotesi.
Quando leggiamo le idee, la nostra facoltà immaginativa cerca di raffigurare attraverso "immagini spazio temporali", il contenuto concettuale di tali idee espresse nello scritto, questo meccanismo immaginativo è parte importante per il processo di comprensione che la nostra mente deve attuare per l'apprendimento.
Se quanto da me espresso lo possiamo considerare di significato, vorrei esprimere una mia personale ipotesi di ricerca : 
ciò che ho trascritto dal Libro sopra menzionato, al di là del Valore che il suo contenuto possa avere per un Ricercatore che si ponga "interrogativi" sulla Realtà, può aiutarmi per cercare di far comprendere il senso di questa mia ipotesi.
Anzichè considerare il Mondo percepito come un aspetto esteriore "grossolano" di una Realtà più profonda (il "campo unificato"), vorrei provare a considerare il Mondo percepito come la Realtà della Realtà. 
Realtà nella quale viviamo e siamo, e nella Quale ipotizzo sia possibile trovare risposte "ragionevoli" a tutti i nostri "perchè".

Cordialità,
Sopangi. 

sabato 24 settembre 2011

161° Post - L'Arte del Costruire.

Un saluto a chi mi legge.



Riflessione:
la nascita dell'Architettura (l'arte del progettare e costruire) dovrebbe poggiare (a mio avviso) sul "necessario bisogno" di rappresentare in Costruzione Solida, l'Idea che si era andata formando nel Tempo sulla "concezione" del Cosmo.
La costruzione Sacra, doveva rispettare il più perfettamente possibile regole "matematiche e geometriche" che avrebbero consentito la rappresentazione in Forma solida, dell'immateriale Cielo, percepito  quale Sede delle Forze creatrici.
Tali Costruzioni, avrebbero consentito a "coloro" che l'avessero frequentate (a vario titolo) di "ricevere" gli Influssi Celesti, necessari alla loro "formazione" e/o trasfigurazione.
Penso che "Oggi" dovremmo ricomprenderne il Significato, alla luce delle concezioni cosmogoniche attuali e  che si vanno disvelando alla nostra umana comprensione.

Cordialità,
Sopangi.

venerdì 16 settembre 2011

160° Post - Cogliere il Significato.

Un saluto a chi mi legge.


Nei programmi installati nel nostro computer, spesso ci viene richiesto di effettuare gli aggiornamenti degli stessi per una migliore funzionalità.
Penso che anche nello scorrere dei nostri anni, periodicamente si renda conveniente "aggiornare" i nostri punti di vista, le nostre idee del Mondo in cui viviamo, delle "credenze" che supportano ed orientano il nostro agire, cogliendone il senso, il significato, così che le nostre "facoltà creative" alimentate e curate adeguatamente, ci consentano di gestire nel migliore dei modi, gli eventi e lo scopo della nostra vita.

Cordialità,
Sopangi.

giovedì 8 settembre 2011

159° Post - Nascita della Consapevolezza Creativa.

Un saluto a chi mi legge.


In questo Post, mi preme evidenziare delle affinità di pensiero fra quanto da me scritto nei Post dal 95° al 98° ed in particolare nel Post 97° del 7 Ottobre 2010 e quanto da me letto in questi giorni su Wikipedia (l'enciclopedia libera), sull'argomento "Origine della lingua".
Metterò in grassetto sia quanto da me scritto e quanto letto su Wikipedia per dimostrarne le affinità di pensiero. Naturalmente il mio intento non è quello dell'autocompiacimento, ma il rafforzamento di una "ipotesi" sulla "nascita" delle facoltà del pensiero umano dell' Homo Sapiens, al quale noi apparteniamo. Argomento che pur nei limiti delle mie capacità conoscitive, cerco da tempo di approfondire e stimolando il Lettore di questo Post, qualora ne abbia gli stessi interessi, a "valutare" le proprie intuizioni sull'argomento. Penso che nella memoria genetica vi possa essere "traccia" della causa che ha determinato tale cambiamento e che il nostro pensiero possa "interpretarla". Conoscere con ragionevole chiarezza l'origine delle nostre "facoltà creative" potrebbe essere atto di positiva "maturazione" della nostra consapevolezza.

Cordialità,
Sopangi.

Scrivevo nel 97° Post del 7 Ottobre 2010 - Titolo : Il Futuro Compiuto III° Parte,
ciò che da "tempo" differenzia il Regno Umano dagli altri Regni di Natura, è la Consapevolezza Creativa.
La Consapevolezza creativa nel Regno Umano è "apparsa" sulla Terra nel recente tempo, rispetto alla "comparsa" della Vita in tutti i suoi molteplici aspetti.
La "causa" di tale "comparsa" (riferita alla Consapevolezza Creativa del Regno Umano) la voglio ipotizzare come "indotta" dall'Esterno dimensionale e la natura della causa la vorrei "supporre" per similitudine (non avendo al momento idee più appropriate da usare) come la funzione di un "virus"
Ho quindi continuato nel 97° Post, a scrivere cosa si intende per Virus ed altro ancora.
Adesso mi appresto a trascrivere quanto letto in questi giorni su Wikipedia:
ORIGINE DELLA LINGUA
da Wikipedia, l'enciclopedia libera - riferimento - Indice - 1.5 Homo Sapiens

Homo Sapiens
I primi esseri umani anatomicamente di tipo moderno apparvero per la prima volta nei reperti fossili di 195.000 anni fa in Etiopia. Ma, anche se erano anatomicamente di stampo moderno, i ritrovamenti archeologici disponibili non indicano che si comportassero diversamente dagli ominidi che li avevano preceduti. Utilizzavano gli stessi attrezzi in pietra grezza e cacciavano meno efficientemente degli esseri umani che li avrebbero seguiti. Ad ogni modo, all'incirca da 164.000 anni fa nell'Africa meridionale, ci sono prove di un comportamento più sofisticato, e da quel momento si ritiene si sia sviluppato il comportamento moderno. A quel punto una vita di tipo costiero e lo sviluppo dell'attrezzatura associata rimanda evidentemente ad un consumo di molluschi. Questo stile di vita può essere dovuto a pressioni climatiche dovute a condizioni di glaciazione. Gli attrezzi in pietra del periodo mostrano caratteristiche regolari che furono riprodotte o duplicate con più precisione. In seguito, apparvero anche attrezzi fatti di materiale osseo e corna. Questi artefatti possono essere facilmente suddivisi in base alla funzione, come punte per scalfire, attrezzi di incisione, coltelli e attrezzi per trapanare e forare. Insegnare alla prole o ad altri membri del proprio gruppo come produrre tali strumenti dettagliati sarebbe stato difficile senza l'aiuto della lingua.
Adesso trascriverò in grassetto la continuazione dell'articolo per appunto dimostrare l'affinità di pensiero con quanto da me scritto  nel 97° Post e che sopra ho evidenziato in grassetto.

Il passo più grande nell'evoluzione del linguaggio fu probabilmente il passaggio da una comunicazione primitiva di tipo pidgin ad un linguaggio di tipo creolo con la grammatica e la sintassi di una lingua moderna. Molti studiosi ritengono che questo passaggio può essere stato compiuto solamente insieme ad alcuni cambiamenti biologici nel cervello, come una mutazione. E' stato ipotizzato che un gene come il FOXP2 potrebbe aver subito una mutazione che permise agli esseri umani di comunicare. Le prove suggeriscono che questo cambiamento ebbe luogo in un punto imprecisato dell'Africa orientale, all'incirca dai 100.000 ai 50.000 anni fa, cosa che apportò cambiamenti significativi nei resti fossili. Non è ancora chiaro se le lingue si svilupparono gradualmente in migliaia d'anni o apparvero relativamente all'improvviso.



domenica 4 settembre 2011

158° Post - Perchè Pensiamo a "Un'Anima".

Un saluto a chi mi legge.


Con questo Post, termino di trascrivere i Pensieri di Arthur W. Osborn. Questo titolo del Post è lo stesso riportato dal Libro l'asse e il cerchio - edito da Astrolabio (come già riferito nel Post 155) ed è la continuazione del Capitolo L'Identità Personale, trascritta nel precedente Post.
 Tengo a precisare che nonostante avessi questo Libro nella mia piccola libreria personale da circa 30 anni,  avevo  letto alcune delle prime pagine molto tempo fà, ho iniziato la lettura del libro dandovi la dovuta attenzione e trovando molti significati,  solo circa un mese fà.

Cordialità,
Sopangi.

PERCHE' PENSIAMO A "UN'ANIMA"         (da pag. 132)
Per spiegare l'identità personale nel mezzo del cambiamento postuliamo un'anima o qualche "centro" permanente come nostro "vero sé". Questo modo di pensare è di tipo meccanicistico. Stiamo cercando di costruire un modello concettuale; qualcosa di accessibile al linguaggio comune. Nel capitolo XIV abbiamo detto che un'anima immutabile sarebbe un'anomalia, e che un'anima mutevole ci coinvolgerebbe in un regresso all'infinito. Persiste tuttavia una disposizione profondamente radicata a pensare in termini di, "un'anima". Questo perchè l'universo fenomenico ci si presenta sotto gli aspetti della stabilità e del cambiamento. Sembra che ci siano "cose" che non cambiano sebbene la qualità di queste "cose" sia sempre in cambiamento. Questo è il mondo delle nostre percezioni. Gli oggetti si stagliano nello spazio e rimangono gli stessi sia che noi li vediamo o meno. Montagne, alberi, sedie e altri oggetti in una varietà infinita, sembrano esistenti, indipendenti, reali, in possesso di mutevoli qualità di tatto, gusto, profumo, odore e colore senza influire su quella che potremmo chiamare la loro "essenza di cose".
Sappiamo che questa è un'immagine ingannevole del mondo, e abbiamo attirato l'attenzione su questo fatto nel capitolo XIV, nel paragrafo intitolato Mente e materia (Post 156) . I cosiddetti oggetti stabili sono semplici postulati per spiegare i nostri dati sensoriali. Non ha quindi significato dire che essi hanno delle "qualità". Tutto ciò che effettivamente conosciamo è il nostro mondo puramente psicologico di sensazioni, sul quale basiamo le nostre speculazioni su quello che potrebbe accadere al di fuori di noi. Se consideriamo i nostri sensi come delle "finestre" nel senso del nostro guardare attraverso di esse a un mondo esterno indipendente. Abbiamo discusso la questione nel capitolo VIII quando abbiamo considerato la Teoria della Corrispondenza della Verità.
Tuttavia la maggior parte del nostro pensiero è basata sul mondo familiare dell'esperienza sensoriale, e questo a dispetto del fatto che, sia filosoficamente che fisicamente, sappiamo che il mondo sensoriale deve essere un'apparenza di una qualche Realtà più profonda.

(Mi permetto di aprire una parentesi perchè non mi trovo in accordo con l'Autore, nello svalorizzare ciò che l'Autore stesso e non solo lui  usa definire come "apparenza" il Mondo sensoriale che percepiamo e viviamo, dando la sensazione che tale Mondo sensoriale sia cosa di poco conto, appunto un'apparenza, a vantaggio di ciò che l'Autore, e non solo lui, vuol definire come Realtà più profonda. La mia personale convinzione è che attraverso un "rispettoso" rapporto conoscitivo nei confronti di ciò che percepiamo e conosciamo attraverso i nostri Sensi, "nel Mondo sensoriale " di cui siamo parte integrante, si possa ampliare la nostra comprensione di ciò che "impropriamente" si vuole definire come Realtà più profonda sottostante al "mondo sensoriale come apparenza", inquanto tale separazione concettuale può fuorviare e non far comprendere la ragionevole relazionalità fra le due definizioni "Realtà e Mondo Sensoriale").

Il nostro linguaggio è derivato dai dati sensoriali, e se percepiamo "cose" che sembrano essere permanenti nel mezzo del cambiamento, tendiamo ad applicare questo tipo di pnsiero alla nostra esperienza psicologica. E' quindi naturale per noi pensare a "un'anima" come a un'entità permanente proprio come pensiamo a oggetti fisici stabili.
L'IDENTITA' PERSONALE E' UN DATO DI FATTO SIA CHE L'ATTRIBUIAMO O NO A UN'ANIMA.
L'identità personale è un dato di fatto della nostra esperienza e questo fatto non può essere modificato rifiutando una semplice parola come "anima" e neppure qualsiasi altra forma verbale. La personalità è la gloria che corona l'umanità. E' per questo che lo spirito umano si ribella istintivamente contro qualsiasi regime, politico o istituzionale, che minacci di schiacciarci in quanto persone.
Non abbiamo bisogno di nessun argomento per convicerci che tutti i valori nascono da persone sviluppate al loro massimo. La personalità può fiorire soltanto nella massima libertà. 

domenica 28 agosto 2011

157° Post - L'Identità Personale.

Un saluto a chi mi legge.


Stò continuando a trascrivere alcuni estratti del Libro di Athur W. Osborn i cui riferimenti ho riportato nel Post 155. Ricordo ancora che il mio intento è quello di ricevere da tali scritti, suggerimenti e stimolazioni, per un approfondimento personale dei temi trattati. Penso che anche il Post successivo lo userò per trascrivere Pensieri dell'Autore.

Cordialità,
Sopangi.

Capitolo XVIII  - L'IDENTITA' PERSONALE  (pag. 131)
Ogni fenomeno si manifesta sotto un aspetto duplice, universale e particolare. Un particolare isolato è impossibile. La totalità della creazione è tenuta insieme da una rete di rapporti. Sono i rapporti che danno significato ai particolari. La conoscenza completa anche di un singolo filo d'erba ci spingerebbe a cercare i suoi rapporti con la totalità della Natura e alla fine saremmo condotti a faccia a faccia con il mistero dell'esistenza universale.
Ma parlare di "particolari" e di "rapporti" non comunica un'immagine vera del modo in cui esperimentiamo i fenomeni. Esiste un elemento di immaginazione spaziale quando pensiamo a un qualsiasi oggetto e quindi cerchiamo i rapporti che questo particolare oggetto ha con gli altri oggetti. In realtà ogni oggetto è percepito simultaneamente con il suo "ambiente". Mentre, per esempio, possiamo parlare di una matita come una cosa separata, la sua separatezza svanisce quando descriviamo la sua funzione. Allora la matita e il "mondo" a cui essa appartiene diventano indissolubilmente un tutto. La matita può essere distinta ma non separata dal suo sfondo. Non ha nessun significato tranne che come aspetto funzionale di un sistema di comunicazione letteraria. Potremmo dire, quindi, che sebbene come percezione la matita appaia come un esistente indipendente, come concetto è sempre parte di un Tutto.
LA MERAVIGLIA DEGLI ORGANISMI
Mentre questo è vero per quelle che chiamiamo cose inanimate, è ancora più evidente quando entriamo nel regno vivente. Nel capitolo XIV abbiamo già parlato delle meraviglie degli organismi. Le unità di vita possono essere concepite come separate ma non hanno nessun significato tranne che come aspetti di complessi organici. Abbiamo osservato che la maniera in cui un organismo come quello del nostro corpo mantiene la sua unità di forma mentre la sua popolazione di cellule cambia costantemente è un mistero. La nostra conoscenza degli ormoni non ci dà una risposta esauriente. La deficienza o la superfluità di questa o di quella secrezione chimica può spiegare certi schemi di comportamento fisici ma non spiega la normale saldatura di una complessità infinita in una unità organica. Il progetto di un architetto può essere modificato nella sua esecuzione dalla mancanza o dal tipo dei materiali, ma lo studio dei mattoni non svelerà il potere che fa emergere la casa da cumuli di sostanze diverse.
LA PERSONALITA'
Nel capitolo XVI abbiamo offerto definizioni formali della personalità e dell'individualità Esaminiamo adesso l'influenza che la personalità ha sulla nostra vita quotidiana. Ogni persona che incontriamo è unica. Le fisionomie e le impronte digitali differiscono tutte le une dalle altre. Ma oltre alle differenze fisiche esiste un'impressione totale intangibile che distingue una persona da una altra. Alcune personalità sono cariche di potere dinamico. Nessuna analisi di aspetti fisici può spiegare questo fatto. Coniamo delle frasi per descriverlo e parliamo di "magnetismo personale".
Ma l'unicità di ciascuna persona ha un'importanza particolare. Sia che si tratti di persone dinamiche o negative, pittoresche o banali, ciascuna mostra delle caratteristivhe che nessun'altra possiede. Le manifestazioni della vita non si ripetono, e questo ci fornisce un indizio per capire lo scopo della vita.
Abbiamo osservato la meraviglia dell'unità e della diversità al livello fisico degli organismi. Adesso attiriamo la attenzione sullo stesso principio che opera al livello psicologico della personalità. La personalità quando è analizzata si rivela composita e in costante cambiamento. A questo punto si potrebbe rileggere la descrizione che abbiamo fatto di "John Brown" nel capitolo XIV, dove abbiamo considerato principalmente gli elementi fisici. Ma i fattori psicologici della personalità sono altrettanto mutevoli quanto quelli fisici. Ciò nonostante conserviamo il nostro senso di identità personale o unità. Sappiamo di essere gli "stessi" sebbene tutti gli ingredienti psichici siano in costante flusso. La nostra vita psicologica sembra un misto assai instabile di pensieri, sentimenti, stati di animo e atteggiamenti, tutti mutevoli. Il senso dell'identità personale dovrebbe essere sprofondato nell'oblio dall'irrequietezza psichica del nostro camuffamento. Ma proprio come il nostro corpo conserva la sua unità mentre tutte le sue cellule cambiano, così noi conserviamo la nostra identità personale nel mezzo dei cambiamenti psicologici, anzi questa è la caratteristica più preziosa della condizione umana.

martedì 16 agosto 2011

156° Post - Mente e Materia.

Un saluto a chi mi legge.


Anche il Titolo di questo Post, Mente e Materia (il cui scritto lo riporterò quì di seguito) lo ricavo dal Libro di Arthur W. Osborn i cui dati ho riportato nel precedente Post.
Voglio precisare che la trascrizione che qualche volta faccio degli scritti di vari  Autori, non vuol significare la mia adesione al loro Pensiero, ma quando gli argomenti trattati possono servire ad esercitare la propria Riflessione su Temi di interesse generale, mi permetto di trascriverne alcuni contenuti con sentimento di riconoscenza. Penso che volendo adoperare le proprie personali facoltà, per Ricercare possibili risposte ai perchè che si presentano nella propria Mente, non si possa non condividere una "Condizione" di libertà personale pur nel rispetto di Coloro che Cercando, hanno trasmesso "proprie" considerazioni sui vari Argomenti.

Cordialità
Sopangi.

Dal Libro l'asse e il cerchio  Capitolo XIV  L'UOMO - 
pag. 96 MENTE E MATERIA

La visione popolare dell'uomo è quella di una creatura fisica provvista di una mente. Talvolta si afferma che questo rapporto è di mente e materia. Alcuni anni fa pensavamo di sapere di che cosa parlavamo quando usavamo il termine "materia". Ma i tempi sono cambiati, e "materia", nel senso di una sostanza tangibile e universale, ha cessato dall'aver un significato alla luce della fisica moderna. Non che la materia abbia cessato di esistere; non è mai esistita. E' sempre stata una teoria per spiegare la nostra esperienza sensoriale. I filosofi, in quanto distinti dagli scenziati, erano chiaramente consapevoli che la nostra conoscenza diretta è di dati sensoriali e non di "materia". Il problema di cosa si nasconda dietro queste esperienze sensoriali era, e rimane, irrisolto. Materia è un termine utile e niente di più.
Questo, tuttavia, non è il punto di vista comune. Per l'uomo comune la materia è qualcosa di reale, e quando egli urta con lo stinco contro un sasso non ha nessun dubbio di aver avuto uno spiacevole contatto con la "materia". Ma, naturalmente, non ha fatto nulla del genere. Quello di cui è effettivamente a conoscenza è l'estrema sensazione tangibile dovuta al suo violento contatto con il sasso. Anche gli altri sensi registrano il sasso, perchè egli lo può vedere, forse odorare e assaggiare, e così via. Ma in tutto ciò egli è ancora imprigionato nel cerchio dei suoi dati sensoriali. La natura essenziale del fenomeno "sasso" rimane ignota. Pochi fra noi dubitano che ci sia qualcosa di esterno, ma quel che sia questo "qualcosa di esterno" apre il campo ad ogni tipo di speculazione. Una delle speculazioni che ha causato la maggiore difficoltà intellettuale è stata la supposizione che la "materia" è morta. Oggi non siamo più così preoccupati da questa idea, perchè la "materia" è praticamente scomparsa dietro un paravento di equazioni matematiche.
Non ci si deve meravigliare molto se il rapporto tra mente e materia non è mai stato compreso. Come potrebbe mai esserci un rapporto tra vita e morte?.
Col passare degli anni i polemisti si sono trovati in un vivo disagio nei loro tentativi di sposare questa coppia incompatibile che guarda insistentemente in direzioni opposte. Alla fine si comprese che il matrimonio era impossibile ma che l'uno o l'altro dei due doveva cessare di esistere. Non ci fu dubbio su chi dovesse andarsene quando fu chiaramente riconosciuto che la "materia morta" non era mai stata oggetto di esperienza; che in realtà uno dei due partners che stavamo cercando di mettere insieme era una teoria!
La nostra certezza indubitabile appartiene alla vita. Oggi possiamo contemplare un universo vivente e considerare tutti i rapporti all'interno di esso in termini di differenti gradi di vita.
 

lunedì 8 agosto 2011

155° Post - Progresso e Tempo.

Un saluto a chi mi legge.


Il titolo di questo Post "Progresso e Tempo" è lo stesso titolo dell'argomento tratto dal Capitolo III PROGRESSO E CICLI del Libro l'asse e il cerchio alla ricerca della realtà in una prospettiva moderna di Arthur W. Osborn - Titolo originale dell'opera "THE AXIS AND THE RIM A Modern Quest For Reality"(Vincent Stuart, Ltd, London) edito nel 1963 e per la traduzione italiana di Francesco Cardelli edito nel 1969 da Casa Ed. Astrolabio-Ubaldini.
Ho pensato di riportare quanto scritto dalla pag. 26 alla pagina 29, perchè quanto l'Autore esprime, lo ritengo importante e un valido aiuto a riflettere e possibilmente "sviluppare" il tema trattato, relativamente alla "sensibilità" di colui che si troverà a leggerlo. Naturalmente per il Lettore che fosse interessato ad approfondire lo Scritto dell'Autore, potrà anche se forse con qualche difficoltà, visto che il Libro in oggetto non è di facile reperibilità, cercarne l'acquisto se già non nè fosse in possesso.

Cordialità,
Sopangi.

PROGRESSO E TEMPO

Il primo principio che ci guida è che il progresso è un concetto formato da esseri coscienti. Qualunque cosa possiamo intendere per progresso, non è certamente una qualche legge della "materia" quella che stiamo considerando, ma una legge della coscienza. Siamo quindi condotti a studiare l'essere umano individuale e a scoprire, se possibile, il fine della sua esistenza. Chiediamo inoltre, che parte rappresenta il processo temporale nella sua manifestazione, se esiste?
E' una ovvietà dire che nell'analisi fondamentale ciò che chiamiamo civiltà sia una proiezione dello stato della coscienza umana. Siamo noi, individualmente e collettivamente, che creiamo gli organi esterni della società e nel far ciò costruiamo il nostro ambiente. Il progresso così come è generalmente inteso nasce soltanto come risultato di uno sforzo cosciente che manca al livello animale. Gli uomini sono governati da forti impulsi che li spingono verso mete di ogni tipo e il raggiungimento di queste mete è detto progresso. Potremmo dire così che mentre non esiste nessuna "legge" del progresso, tuttavia fino a che gli uomini raggiungono mete concepite coscientemente il progresso, per lo meno in questo senso limitato e relativo, esiste.
Ma anche questo limitato concetto di progresso implica questioni più profonde. Che cosa governa le scelte umane e cosa spinge l'uomo a esprimersi nella maniera in cui si esprime? Questo sarà l'argomento di capitoli successivi. Stiamo adesso considerando l'elemento tempo in rapporto al progresso.
Il progresso - se dopo tutto esiste - può aver bisogno del Tempo, ma il Tempo in se stesso non crea il progresso. Parliamo del "cammino del tempo", e di "vivere nel tempo", costruendo in questo modo un'immagine del Tempo simile a un fiume che ci trasposrta sulla sua corrente. Questo è ciò che in filosofia è detto "sostanzializzare" o "ipostatizzare" il Tempo. Cioè, separare il Tempo dagli avvenimenti e concepirlo come una specie di assoluto in cui abbiamo il nostro essere.
Siamo consci della successione del movimento, ed è la nostra consapevolezza del succedersi degli avvenimenti che noi descriviamo come Tempo, necessariamente associato con il suo gemello, lo Spazio. Parliamo quindi di Tempo-Spazio e questa astrazione tende a trovare una rappresentazione pittorica cme se fosse un continuum, o una rete esterna, nella quale si verificano gli avvenimenti. Ma sono gli avvenimenti che creano la "rete", Tempo e Spazio non esistono al di fuori della consapevolezza umana. 
Il progresso quindi, se si verifica, non è dovuto a un qualche potere misterioso insito nel Tempo. Può naturalmente essere un'illusione. Noi esperimentiamo una successione di avvenimenti e, in maniera non critica, ammettiamo che gli avvenimenti successivi, in virtù del loro essere successivi riveleranno aspetti di novità e miglioramento. Ma, come abbiamo osservato, possiamo soltanto assistere all'emergere continuo delle stesse idee e condizioni della matrice della natura, ma siccome il passato è periodicamente cancellato dalla memoria conscia possiamo essere ingannati e indotti a pensare che ciascuna generazione sia contraddistinta da "progresso". E' plausibile concludere che, in senso assoluto, il progresso non si verifica, sebbene relativamente e in periodi relativamente brevi può sembrare che si verifichi. Ammettiamo, tuttavia, che il progresso abbia un significato anche in senso assoluto. Ciò implicherebbe che le successioni di tempo sono una progressiva rivelazione di qualche potenzialità interiore. Da dove nascono, allora, questi fattori che noi in Occidente crediamo si esprimano in una costante successione verso il miglioramento? E' chiaro che questi devono trovarsi nelle profondità dell'Essere, e trovare la loro espressione conscia al livello umano.
Da questo punto di vista, il processo di tempo sarebbe un processo di rivelazione di ciò che è già intrinseco nella Vita. Pensiamo di creare qualcosa di nuovo, mentre in realtà stiamo trasportando in una espressione superficiale i contenuti di un Plenum infinito. Quindi, il movimento progressivo lungo un piano inclinato di tempo lineare - - il concetto popolare di progresso - sarebbe soltanto apparente, non reale.
Una risposta a un problema, data su di un livello superficiale, raramente soddisfa per molto tempo. Il nostro esame dell'idea di progresso ci immerge in acque profonde, vi è anzi implicita niente di meno che la natura della Base dell'universo. Se siamo radicati nell'infinito, allora la successione di tempo sarebbe una manifestazione parziale della Realtà archetipa che trascende la nostra successione di tempo. Considereremo in seguito se ciò fornisca o no un principio che possa sostenere la nostra fede nel progresso.
Per il momento osserviamo che il segreto del progresso, ammettendo che tale progresso ci sia, risiede in una comprensione della natura della coscienza umana e del suo rapporto con l'universo. Torniamo in questo modo alla domanda se la natura può essere cambiata e, cosa di immediata importanza per il nostro argomento, se può essere cambiata per il meglio?

venerdì 5 agosto 2011

154° Post - Palpiti di Vita.

Un saluto a chi mi legge.



Palpiti di Vita.

Liberamente andrò per le Vie del Mondo,
comprensivo e vigile,
accompagnato dalla fedele emozione,
dall'istinto discriminante,
con intelletto semplice e composto.
Consapevole...mi relazionerò,
con la molteplice diversità vitale percepita
e nell'intuitivo momento,
dal possibile scambio,
trarremo Alimento per il Futuro,
con rinnovato fermento. 


Cordialità,
Sopangi.

martedì 2 agosto 2011

153° Post - Significati.

Un saluto a chi mi legge.


Vi è l'entrare e l'uscire,
nel movimento e nel riposo,
nell'andare e nel tornare,
nel parlare e nell'ascoltare
ed altro ancora
nel moto duale del nostro esistere.
La ciclicità vitale è regola e ritmo,
consapevole... nè colgo il significato.

Cordialità,
Sopangi.
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