Per quanto scritto nel 243° Post, riporto per questo mio Blog, l'ultima Immagine "nel suo originale in bianco e nero" della Firenze nel '700, a cura del Giornale LA NAZIONE in collaborazione con: Libreria Editoriale Fiorentina.
Prima di terminare, trascrivo dall'Opuscolo che accompagnava le Incisioni, ancora una breve presentazione dell'Autore.
Cordialità,
Sopangi.
Giuseppe Zocchi, "pittore che conta", capace di "inventare opere ingegnose", lavora "con la più grande esattezza nella prospettiva": dopo le lezioni di Joseph Vernet, studi a Roma, Bologna, Venezia, la Lombardia che lo assegnano con pieno diritto al vedutismo calligrafico, ma sempre con grande gusto scenografico, lo troviamo occupare la funzione di "Pittore della Bottega delle Pietre Dure"; non a caso, infatti, il Lanzi ne sottolinea l'abilità soprattutto nei piccoli formati.
Spinto dal suo Mecenate, il Gerini, lo Zocchi si accinge ad illustare Firenze fissandola in decine di vedute disegnate che vedranno la luce dopo il 1743, riprodotte in acquaforte.
Ben ventidue Incisori, tra cui lo Zocchi, abile calcolografo, oltreché disegnatore, vengono chiamati da Gerini in Firenze da ogni parte d'Italia per realizzare l'opera, sotto la guida illustre di Johann Gottfried Seuter.