lunedì 24 giugno 2013

221° Post . Il santo Patrono di Firenze.

Un saluto a chi mi legge.


Panorama di Firenze, dalla Collina di Fiesole



Oggi 24 Giugno è la Festa del santo Patrono di Firenze, sarà una bella giornata di Celebrazioni, in onore del Santo, a cui parteciperanno molti fiorentini e tutti quei Visitatori che la nostra Città accoglie ogni anno in occasione di questa ricorrenza, oggi pomeriggio ci sarà l'attesa finale del Calcio Storico Fiorentino, che vedrà il Quartiere dei Bianchi di San Frediano e il Quartiere degli Azzurri di Santa Croce, affrontarsi con piglio, leale ma deciso, per l'ambito Trofeo, poi questa sera, come si dice a Firenze, tutti a vedere i fohi (i fuochi di artificio).
Per questa ricorrenza, ho pensato di partecipare, attraverso questo mio Blog, con il ritrovare negli angoli riposti della mia memoria, un Inno che non ho mai dimenticato, nonostante siano passati così tanti anni. L'Inno, di cui dirò in seguito, lo imparai a memoria, nei primi anni delle scuole superiori, fra le varie Materie di insegnamento, avevamo anche Musica, e, proprio in questa materia, feci l'incontro con l'Inno Ut queant laxis. 

Wikipedia l'Enciclopedia libera : Ut queant laxis è l'inno liturgico dei Vespri della solennità della natività di San Giovanni Battista che ricorre il 24 giugno.
La fama di questo inno di strofe saffiche, scritto dal monaco storico e poeta Paolo Diacono, si deve a Guido d'Arezzo, che ne utilizzò la prima strofa per trarne i nomi delle 6 note dell'esacordo.

Di questo inno che riporterò nella sua trascrizione latina, ne proporrò la traduzione in italiano che nonostante i tanti anni passati, ancora ricordo e il cui significato lascerò alla libera interpretazione del Visitatore di questo Post, se pur nel doveroso riconoscimento di Chi lo scrisse e a suo tempo commentò.



          Ut queant laxis                                            Acciocché           
          Resonare fibris                                            le Tue gesta miracolose
          Mira gestorum                                            possano riecheggiare
          Famuli tuorum                                            nelle stanche viscere,
          Solve polluti                                                perdona la colpa
          Labii reatum                                               del labbro contaminato
          Sancte Iohannes                                          o San Giovanni.


Cordialità,
Sopangi.








domenica 9 giugno 2013

220° Post - Parole Guida.

Un saluto a chi mi legge.



Vi sono "parole" il cui significato riesce ad "orientare" il proprio comportamento, con la semplice sua enunciazione, attuata consapevolmente, nell'intimo della propria spazialità mentale - "ambiente" nel quale il proprio pensiero, prende "forma" identificabile e comprensibile e determinando di fatto modificazioni che colte nel loro costituirsi, divengono, consapevolmente orientabili, per il beneficio di azioni volute.

etimologicamente la parola "discriminare", significa - differenziare - che a sua volta, significa - distinguere -

così, l'atto del "discriminare" (differenziare, distinguere) rappresenta figurativamente il "recinto" della propria "cittadella" interiore, dove la ragionevole quiete, così difesa da intrusioni che confondono, può costituirsi in atmosfera favorevole, nella quale i buoni progetti per il "proprio" vivere, possono prendere forma.


Cordialità,
Sopangi.
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