domenica 21 aprile 2013

217° Post - La divina proporzione.

Un saluto a chi mi legge.





Un breve estratto da Wikipedia l'Enciclopedia libera.

La sezione aurea o rapporto aureo o numero aureo o costante di Fidia o proporzione divina, nell'ambito delle arti figurative e della matematica, indica il rapporto fra due lunghezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due.

A livello storico vi sono diverse questioni aperte riguardo quali e se effettivamente siano esistiti prima dei greci, popoli che conoscessero la sezione aurea e che effettivamente la utilizzassero nelle loro opere.

La definizione del rapporto aureo viene fissata attorno al VI secolo a.C., ad opera della scuola pitagorica ( i discepoli e seguaci di Pitagora), nell'Italia meridionale, dove secondo Giamblico fu scoperto da Ippaso di Metaponto, che associò ad esso il concetto di incommensurabilità.

Da Fibonacci al Rinascimento
Dal declino del periodo ellenistico passarono circa mille anni prima che la sezione aurea tornasse nuovamente a stuzzicare le menti dei matematici, che ne rilevarono proprietà di natura algebrica, prima inconoscibili per via meramente geometrica.

Nel 1202 Leonardo Fibonacci pubblica il suo Liber abaci, il libro col quale si diffonderanno in Europa le cifre indo-arabe, semplificando le modalità di calcolo nelle operazioni quotidiane.

Ad insaputa dello scopritore, anche la successione che porta il suo nome è indissolubilmente legata alla sezione aurea; il rapporto tra i due argomenti fu tuttavia scoperto solo qualche secolo più tardi da un altro matematico, durante il periodo rinascimentale.

Il rinnovato interesse per il numero aureo in epoca rinascimentale, può essere ascritto ad un altro libro, il De divina proportione di Luca Pacioli (pubblicato a Venezia nel 1509 e corredato di disegni di solidi platonici di Leonardo da Vinci), nel quale si divulgava a una vasta platea di intellettuali, l'esistenza del numero e di alcune delle sue numerose proprietà, fino ad allora appannaggio soltanto di una più ristretta cerchia di specialisti. Il medesimo libro scalzava inoltre la definizione euclidea, unica dicitura, col quale il numero veniva chiamato, reinventandone una completamente nuova di proporzione divina, dove l'aggettivo "divina" è dovuto ad un accostamento tra la proprietà di irrazionalità del numero (che lo rende compiutamente inesprimibile per mezzo di una ratio o frazione) e l'inconoscibilità del divino per mezzo della ragione umana:

"Commo Idio propriamente non se po diffinire ne per parolle a noi intendere, così questa nostra proportione non se po mai per numero intendibile asegnare, né per quantità alcuna rationale exprimere, ma sempre fia occulta e secreta e da li mathematici chiamata irrationale" - Luca Pacioli.

La relazione tra il numero aureo e la serie di Fibonacci, rimasta ignota anche a Luca Pacioli, fu scoperta nel 1611 da Keplero.

dal Libro " La sezione aurea" pag. 21
" Una delle proprietà che contribuiscono alla riuscita estetica di un'opera è il suo essere proporzionata".

Riflessione personale sul Titolo del Post:

del fare "esperienze";

al vivere sociale, contribuisce l'indirizzo che viene dato da definizioni, da significati, idealmente concepiti e costruiti, con ciò, possiamo, valutandone il "senso", "orientare" consapevolmente la propria capacità di "scelte", atta a dare soddisfazione alle "proprie" corrispondenti richieste, contribuendo a confermare (o meno) il loro intrinseco "valore".

Cordialità,
Sopangi.

domenica 7 aprile 2013

216° Post - Sintonizzazione Consapevole.

Un saluto a chi mi legge.
Campagna Toscana.




Riflessione:

 per quanto si possa "arretrare" nel tempo "storico" (inteso come conoscenza di eventi) non si troveranno "fatti annotati" che siano stati in grado di "vedere" ciò di cui Oggi abbiamo bisogno di sapere.
Sin da un "probabile" inizio concepito in una "attuazione" della consapevolezza creativa, tutte le "interpretazioni" e conseguenti "costruzioni" ideali e di conseguente comportamento, hanno avuto lo scopo di regolare e quindi "determinare" il comportamento dei molteplici gruppi umani, dando l'avvio al manifestarsi delle numerose Civiltà e benché lo studio di "tutte"  le tradizioni culturali che le compongono sia di "somma" importanza, affinché il Collegamento possa produrre Conoscenza applicativa, credo (questo naturalmente è soltanto un mio pensiero) che non possano rappresentare un Modello di riferimento per la "comprensione" dell'essere e del fare di cui oggi "avvertiamo" il bisogno.
Penso che noi esseri Umani possiamo "ancora" far venire all'evidenza per il nostro vivere comune, del Nuovo, adatto ai tempi che stiamo vivendo.
Pensando di attingere "ispirazione" dal Nuovo, per le azioni che siamo chiamati a compiere perché gli eventi lo richiedono, riusciremo ad "attivare" in noi quelle componenti "strutturali" attraverso le quali, quello che consideriamo Sogno Utopistico, possa manifestare "novelle" Capacità creative.
D'altra parte questa "tensione" di ricerca alla Soluzione, è sempre stata "fattore" innovativo ed evolutivo nella Storia Umana.
Quando pensiamo ad una "Invenzione" (che per quanto mi riguarda è una parola il cui significato è fuorviante riguardo alla comprensione della "nascita" dell'evento a cui si riferisce), per il "prima"- il "dopo" non poteva che essere un Nuovo utopistico.


Cordialità,
Sopangi.

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