sabato 28 gennaio 2012

190° Post - ancora... Storia di Significati.

Un saluto a chi mi legge.




Vi sono "momenti" in cui è il Silenzio 
che dà significato alla Storia...
quando risultano "enigmaticamente"
alla propria riflessione,
il "senso" di "certi" eventi.

Cordialità,
Sopangi.



mercoledì 25 gennaio 2012

189° Post - Storia di Significati.

Un saluto a chi mi legge.





riflessione : molte delle "storie" tramandate, che nel tempo in cui si svolgevano apparivano all'intendimento di coloro a cui erano indirizzate, "cosa certa" (e che alla conoscenza dell'oggi, per alcuni fatti narrati, cosa certa non sono), hanno di fatto rappresentato in molti casi il "motore evolutivo" per la Cultura Occidentale.
E' senza dubbio un interrogativo a cui non è facile dare ragionevole riposta, il fatto che, nonostante molto spesso le storie tramandate rappresentino "oggi" Racconti di Fantasia, pure, tali Racconti, hanno rappresentato nei tempi a Loro seguenti, e, ancora oggi in molti casi, rappresentano, "fonte di ispirazione" a cui la nostra Cultura attinge.




Cordialità,
Sopangi.

lunedì 23 gennaio 2012

188° Post - Conoscenza e Rispetto.

Un saluto a chi mi legge e buona visione.



Un ringraziamento all'Autore del video.

Sottopongo alla propria riflessione, un documentario suddiviso in tre parti, avente come "argomento" il Cervello Umano.
Questo "nostro" organo ancora in parte sconosciuto nelle sue "funzionalità" suscita in me, un sentimento di riverente sorpresa, così come del resto tutte le "componenti" che formano il "nostro" Corpo e che esprimono una vitalità "geometrica" silente al nostro intendimento, eppur sempre efficiente, durante tutto il percorso della nostra vita.


Cordialità,
Sopangi.

sabato 21 gennaio 2012

187° Post- Conoscersi.

Un saluto a chi mi legge.




Riflessione personale :

le conoscenze mediche e scientifiche in nostro possesso, relative ai "meccanismi" che animano la "nostra" struttura psico-fisica e che si sono evolute nel tempo storico,  sono ancora parziali, benché negli ultimi 100 anni siano stati fatti notevoli progressi conoscitivi sulla natura e sulle leggi che né regolano i vari "processi", con conseguente beneficio per "tutti" gli esseri umani.
Ciò che muove la mia riflessione, senza peraltro riuscire a darmi una risposta ragionevolmente soddisfacente, è sulla natura del rapporto che vi è con la "propria" struttura psico-fisica.
Cerco di spiegarmi meglio per quanto posso riuscire:
si usa dire, il mio corpo, la mia mente, le mie emozioni, i miei pensieri, o la mia mano il mio piede, il mio cuore, il mio cervello, ecc., ma, questo "mio" implica un "possesso", come cioè se le parti distinte che compongono la "mia" struttura, fossero "oggetti" e non "parti" fondamentali del mio "essere" e la cui intima natura conosciamo in modo estremamente parziale nelle loro dinamiche vitali, per non parlare della conoscenza che possiamo avere delle mirabili strutture infinitesimali che compongono le "parti", mosse da un "sorprendente" unico moto di intenti, così per questo ed altri motivi il più delle volte dobbiamo "documentarci" se vogliamo acquisire maggiore conoscenza sulle intime dinamiche che né regolano i vari processi.
La domanda che mi pongo è, perché vi sia una "separazione" fra l'io che percepisce e il "mio" corpo la "mia" mente ecc., perché questa "carenza" di autoconoscenza.
Da molto tempo l'Uomo ha avvertito questa "separazione", molto probabilmente, ma questa è solo una mia personale ipotesi, da quando è fiorita nella mente dell'Uomo, la consapevolezza di sé e dell'altro con la conseguente capacità creativa e trasformativa di sé e del mondo circostante, e, nel tentativo di conoscerne sia le ragioni che i suoi "meccanismi"  ha formulato le più varie teorie, molto spesso "forse" allontanandosi da quella che vorrei supporre come una "sola" ragionevole realtà, benchè non decifrabile per me nella sua interezza e che ancora rappresenta una spinta evolutiva del conoscere.


Cordialità,
Sopangi.

giovedì 19 gennaio 2012

186° Post - Firenze

Un saluto, buon ascolto e buona visione.





uno sguardo, un sospiro, un'emozione.


Cordialità,
Sopangi.

lunedì 16 gennaio 2012

185° Post - Glenn Miller e la sua Orchestra

Un saluto, buon ascolto e buona visione.





Cordialità, 
Sopangi.

domenica 15 gennaio 2012

184° Post - Capacità e Esteriorizzazione.

Un saluto a chi mi legge.




Riflessione:
tutto quello che l'Uomo ha "costruito" nel Tempo, sia di ordine fisico che intellettuale, rappresenta (per la mia riflessione) l'esteriorizzazione di processi cognitivi interni alla "mente" - mente intesa nelle sue componenti psico-fisiche-emozionali.


Neuroscienze.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Le neuroscienze, di matrice prettamente chimico-fisica, studiano anatomia, biologia molecolare, fisiologia, farmacologia, genetica, immunologia, e patologia del sistema nervoso centrale, di quello periferico e di quello autonomo.

Lo studio biologico dell'encefalo è un campo interdisciplinare che coinvolge molti livelli, da quello molecolare, a quello cellulare (neuronale); dal livello di sistemi neurali relativamente piccoli, a quelli maggiori come le colonne corticali (che mediano la percezione visiva), fino ai grandi sistemi come la corteccia cerebrale e del cervelletto (cerbellum) al livello elevato del sistema nervoso nella sua totalità.

A questo livello superiore, i metodi delle neuroscienze si intrecciano con le scienze cognitive e con la filosofia della mente, generando il campo delle neuroscienze cognitive. La disciplina si sta attualmente trasformando in un campo autonomo.

Alcuni ricercatori ritengono che le neuroscienze cognitive forniscano un approccio bottom-up (dal basso, partendo cioè dai dati) per capire la mente e la coscienza, metodo che sarebbe complementare all'approccio top-down (dall'alto, cioè partendo dalla teoria) classico della psicologia più tradizionale.

Nell'ambito delle neuroscienze è da notare la disciplina della neurofilosofia che si propone di stabilire un rapporto tra queste e la filosofia al duplice scopo di rendere più chiare le risposte alle domande fondamentali della speculazione filosofica avvalendosi delle scoperte neuroscientifiche e nello stesso tempo fornire alle indagini scientifiche sulla mente strumenti speculativi più precisi che evitino confusioni linguistiche o concettuali.


Cordialità
Sopangi.

mercoledì 11 gennaio 2012

183° Post - Considerazioni in libertà.

Un saluto a chi mi legge.




Quando volessimo riferirci alle possibili cause che possono aver determinato o determinare la "nascita" di una "invenzione scientifica" nella mente del tale o talaltro Autore, una delle parole che possiamo usare per identificarne l'eventuale causa, è intuizione da intuire, guardar dentro, vedere con l'occhio della mente ecc, quale "strumento" probabile per la formulazione di una "invenzione scientifica".
Ciò che mi domando, se la mia riflessione sopra citata è ragionevole, "a cosa" può attingere l'atto dell'intuire (poiché nel nulla - nulla si trova), dove vengono presi i "materiali" per costruire nella mente dell'Autore, l'immagine di ciò che sarà poi definita "una invenzione", dal momento che "l'invenzione" secondo il suo significato così come la parola "inventare" dovrebbe voler dire - essere il primo autore di checchessia - dar la prima esistenza a cosa che non si conosceva. (da dizionario etimologico online).

Cordialità
Sopangi.

mercoledì 4 gennaio 2012

182° Post - La Specializzazione.

Un saluto a chi mi legge.




E' prima di tutto la consapevolezza di "avere" capacità creative, abilità particolari, che possono essere messe all'uso benefico di se stessi e della comunità alla quale si appartiene, che attraverso l'acquisizione e ripetizione di specifiche competenze, l'atto della specializzazione riferito alle relative "attività" ha avuto inizio -
- qualcosa di simile potrebbe essere cominciato molte migliaia di anni fa e, proseguito in molteplici "modi"  nelle varie "attività", durante tutto il "tempo storico" e, ancora oggi sia individualmente che nel suo "insieme" l'umanità pur nelle ragionevoli differenze, si "muove" attraverso la specializzazione nei vari "settori" delle innumerevoli attività a cui è possibile fare riferimento, con "l'ampliamento" della  consapevolezza del poter "fare".

Mi domando:
pur tenendo naturalmente conto delle ragionevoli differenze di carattere individuale che contraddistinguono le capacità creative di ognuno, senza nulla togliere o aggiungere e considerando l'atto della specializzazione come un "moto" libero e amorevole dell'animo umano,

quale significato evolutivo è possibile cogliere, se pensiamo all'atto della specializzazione che oggi più che mai, coinvolge così "intensamente" tutti i "campi" del conoscere e del fare?
Come e perché è nato in noi il "bisogno" della specializzazione?
Quali sentimenti fa nascere in noi l'idea della specializzazione?
La "pensiamo" come un "confine" raggiungibile di una"possibile" compiutezza?


Cordialità
Sopangi.

domenica 1 gennaio 2012

181° Post - Oltre l'acquisito.

Un saluto a chi mi legge.






A proposito di inconscio collettivo e di archetipi, C.G.Jung, nei suoi scritti, ci spiega che è dall'inconscio collettivo, che rappresenta il "serbatoio" delle esperienze umane accumulate fin dall'inizio dei tempi, che derivano gli archetipi.

Poiché le definizioni di inconscio collettivo e di archetipi sono "idee" che contribuiscono  a "formare" la nostra consapevolezza, provando a cogliere il significato di quanto spiegato, mi viene di pormi delle domande :
il "serbatoio" inizialmente come si è formato ? come e dove è stato collocato l'inizio dei tempi?
Certo è che se l'idea di un "serbatoio" che contenga le molteplici esperienze umane e quindi ciò che viene definito col nome di archetipi, non corrispondesse alla realtà dei fatti, vi sarebbe la "possibilità" di "rinnovare" la ricerca sulle "componenti" che costituiscono la natura del nostro essere, affinché pur nel rispetto dell'acquisito, la nostra "richiesta" di comprensione trovi il suo giusto coronamento.


Cordialità,
Sopangi.
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