domenica 27 giugno 2010

65° Post - Fantasia e Passione.

Un saluto, buona visione e buon ascolto.


Un ringraziamento all'Autore del Video.


Cordialità
Sopangi.   

sabato 26 giugno 2010

64° Post - Che cosa significa pensare?

Un saluto e buona lettura.

 Riporto quì di seguito una breve lettura del primo capitolo di 121 pagine del Libro
Immanuel Kant "Che cosa significa orientarsi nel pensiero" a cura di Franco Volpi - Traduzione di Petra Dal Santo - 1996 ADELPHI EDIZIONI -
Preciso che il titolo del mio 64° Post è lo stesso del primo capitolo di questo Libro.
Non farò miei commenti a quanto riporterò  di questo Libro (circa tre pagine), vorrei soltanto che il Lettore non si "fermasse" a quanto trascritto, ma che si esercitasse a qualche attenta riflessione, liberandosi dal pur necessario rispetto verso Coloro che ci hanno preceduti nel Tempo, dando è vero ai Posteri, Conoscenza, ma anche (involontariamente in quanto la Conoscenza nel Tempo Storico si è dimostrata in evolutivo perfezionamento) la importante possibilità di operare con la propria personale "capacità intellettiva" nei confronti di un Tema che ci riguarda in modo sostanziale così da vicino, magari aggiungendo o modificando secondo il proprio intendimento , perchè poi il confronto e la verifica di quanto potremmo avere modificato è comunque sempre possibile e perchè in definitiva " penso " che il Conoscere dell'Uomo sia ancora in cammino.

1. Che cosa significa pensare?
Fin dai suoi albori - da quando Parmenide ha formulato la celebre tesi secondo la quale "pensiero ed essere sono la stessa cosa" (fr.3) - la filosofia non ha mai smesso di interrogarsi circa quell'indefinibile privilegio della specie umana che è il "pensiero". Bastano poche testimonianze capitali per far risaltare in tutta la sua evidenza il fatto che il pensiero costituisce da sempre una delle questioni fondamentali che impegnano la filosofia e uno dei temi-pilastro sui quali essa ha lavorato e costruito nel corso della sua lunga storia.
Platone e Aristotele, che possono valere qui come testimoni per la concezione antica, fanno del pensiero l'attività che contraddistingue l'uomo dagli altri animali e che,esercitato nella sua purezza come "pensiero di pensiero" (nòesis noèseos), lo rende simile agli dèi. A loro risale il primo studio rigoroso e sistematico delle diverse facoltà della mente - quelle discorsive e mediate della ragione (diànoia, ratio), che produce scienza e quelle "intuitive" e immediate dell'intelletto o intelligenza (noùs, intellectus), che coglie i princìpi da cui la scienza muove. In un significativo passo del de partibus animalium, croce e delizia dei commentatori,Aristotele arriva a dire che delle parti dell'uomo "solo il pensiero (noùs) viene da fuori (thyrathen) ed è divino: perchè l'attività del corpo non ha nulla in comune con la sua attività"(II,3,736 b 27-29). Intorno all'enigmatica natura del noùs, si accenderà una disputa plurisecolare tra i commentatori antichi, arabi e medioevali - Alessandro di Afrodisia, Averroè e Tommaso d'Aquino sono i tre nomi che spiccano sugli altri - la quale, coinvolgendo il problema dell'immortalità dell'anima e il rapporto  tra ragione e fede, si protarrà fino in pieno Rinascimento, cioè fino al simbolico termine ad quem rappresentato dall'anno in cui Pietro Pomponazzi vide bruciato pubblicamente a Venezia il suo de immortalitate animae (1516). Grosso modo un secolo più tardi, inaugurando l'età nuova, Descartes faceva del pensiero il principio incontrovertibile sul quale poggia ogni certezza conoscitiva e poneva così le basi di tutto il razionalismo moderno.Nell'indubitabilità del cogito ergo sum, il principio che dal pensare inferisce l'essere, Descartes vedeva una "verità così salda e certa che non avrebbero potuto scuoterla neanche le più stravaganti supposizioni degli scettici" e giudicava di poterla assumere senza esitazione quale fondamento primo della sua filosofia (Discorso sul metodo, IV).
Come tutte le intuizioni capitali anch'essa trovò subito la sua opposizione essenziale: Pascal, il grande contemporaneo e antagonista di Descartes, condivide con lui l'idea che il pensiero sia ciò che contraddistingue l'uomo nella sua essenza più profonda: "Posso benissimo concepire l'uomo senza mani, senza piedi e magari senza testa, ma non senza pensiero" (Pensieri, n.339). Ma Pascal cala il primato del pensiero in uno sfondo metafisico meno ottimistico, più malinconico e mesto: "L'uomo non è che una canna, la più fragile della natura; ma è una canna che pensa. Non occorre che l'universo intero si armi per schiacciarlo; un soffio d'aria, una goccia d'acqua bastano a ucciderlo... Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero. Sforziamoci quindi di ben pensare: ecco il principio morale". E a margine si domanda: " Ma che cos'è questo pensiero?" (Pensieri, nn. 346e347). E' la domanda che alimenterà un importante filone dello spiritualismo francese, raggiungendo un suo punto alto nella memoria di Maine de Biran su L'influenza dell'abitudine sulla facoltà di pensare (1802), ma che occuperà anche pensatori sensisti come Destutt de Tracy, che nella Memoria sulla facoltà di pensare (1798) scrive: "Il pensiero, o la facoltà di pensare, è il fenomeno massimo e più importante del nostro essere... E' la nostra esistenza tutta intera... Sarebbe la stessa cosa che la vita, se non fosse che può essere sospeso dal sonno o da altri accidenti" (II,1).
E' soprattutto nella filosofia tedesca, con la "rivoluzione copernicana" di Kant e con l'idealismo, che il pensiero diventa il baricentro verso il quale gravita ogni nostra esperienza, il punto archimedeo sul quale poggia tutta l'architettonica del nostro conoscere. Nei suoi vasti paragrafi Kant sviluppa un vero e proprio sistema del pensiero e delle sue facoltà, che non tarda ad affermarsi e che rimane a lungo in auge come riferimento imprenscindibile.

Termino quì la mia trascrizione ripetendo ancora il Titolo del mio 64°Post : Che cosa significa pensare ?


Cordialità
Sopangi. 

giovedì 24 giugno 2010

63° Post - La Festa di San Giovanni.

Un saluto a chi mi legge, buon ascolto e buona visione.



Un ringraziamento all'Autore del Video.
Oggi è un giorno speciale per tutti i fiorentini, è San Giovanni, la Festa del Santo Patròno di Firenze e nell'aria si avverte  una certa allegra attesa, la mattina alle 10 ci sarà la Cerimonia in Duomo, nel pomeriggio il Corteo composto da 530 Figuranti vestiti con i loro sgargianti  Costumi, accompagnati al passo dal rullare dei Tamburi e dal suono delle Trombe,

 con gli Sbandieratori che dimostreranno con i volteggi delle loro Bandiere, tutta la loro maestria, Corteo che partendo da P.za Santa Maria Novella, attraverserà tutte le principali vie del Centro fra ali di Folla festante, per giungere infine in P.za Santa Croce dove si svolgerà la finale della partita del Calcio Storico Fiorentino e dove un folto Pubblico con canti e grida di incitamento verso le due Squadre finaliste di Calcianti  che si affronteranno e che sono rappresentative con i loro Colori e Insegne dei due Quartieri della Città,( i Quartieri sono 4, i Bianchi di S. Spirito, gli Azzurri di Santa Croce, i Rossi di Santa Maria Novella e i Verdi di San Giovanni) nè accompagneranno le gesta, anche in onore e  per rievocazione Storica della partita che si svolse nel 1530, ma soprattutto, questa sera ci saranno i Fuochi d'Artificio.
I Fòchi...  (così si dice da noi), molti usciranno di casa per andare a godersi lo spettacolo, intere famiglie si muoveranno per tempo, chi addirittura andrà a Monte Morello pe' vedelli meglio, chi a Fiesole, ma soprattutto su i Lungarno o su i Ponte Vecchio a cercare di conquistare i posti migliori, tutti co' i naso all'insù pronti ad accompagnare lo Spettacolo con tutte le possibili esclamazioni... ohhhhhh ! giùe ! riborda ! evvai ! e rivolti con lo sguardo verso il  Palcoscenico , i Piazzale Michelangelo da dove il lancio dei fòchi partirà con i suoi caratteristici sibili , botti e colori, prima mi ricordo addirittura e c'era chi partiva da casa con la seggiola pe' godessi meglio la vista de' fòchi e ancora oggi in qualche casa si può sentir dire........
"ovvia ! se tu sei bòno stasera e ti porto a vedere e fòchi, che sei contento? (gli dice i babbo a quì rompicoglioni di su figliolo)".

Un ringraziamento all'Autore del Video.

buona Festa,

Cordialmente
Sopangi. 

mercoledì 23 giugno 2010

62° Post - Comunicazione e Senso di Responsabilità.

Un saluto a chi mi legge e buon Ascolto.

Un ringraziamento all'Autore del Video.

Riflessione:
Le Personalità che rivestono incarichi pubblici e che usano i vari mezzi di comunicazione per trasmettere le loro Idee e/o Opinioni sui vari argomenti di interesse collettivo, anche se esponenti di "parti politiche" identificabili e definite, dovrebbero sentirsi in obbligo di comunicare Concetti che "servano" per l'uso (corretto) cui sono stati chiamati ad "operare" (trasmissione di conoscenze, formazione e maturazione della consapevolezza sulle varie materie di interesse generale ecc,.)
Al di là delle comprensibili e giuste diversità politiche (sono il sale della Democrazia) che una Società deve vivere, Coloro che sono eletti quali rappresentanti di parti politiche, dovrebbero avere la consapevolezza che la Società nella quale operano, è l'espressione di un Unico Contenitore (la Nazione) e in conseguenza di ciò, le Idee che vengono espresse all'interno della Stessa, avranno "conseguenze" sempre comunque per l'Intero Sistema e non per la Parte politica a cui la tale Personalità per spirito di appartenenza ha cercato con l'esposizione di alcune Idee di favorirne la "condizione" a discapito della restante Società.
Il Bene Comune, dovrebbe rappresentare sempre il Polo di riferimento inalienabile, all'interno della stessa Nazione, solo con tale Sentimento condiviso, le necessarie ed utili diversità politiche potranno offrire ai propri "elettori", ma anche a "quelli" appartenenti a  parti politicamente avverse, la possibilità di comprendere e giudicare se quanto proposto ed attuabile, ha come finalità il Bene Comune a cui "indistintamente" tutti i Cittadini della stessa Nazione dovrebbero aspirare.

Cordialità
Sopangi.

martedì 22 giugno 2010

61° Post - Fanatismo e Capacità Discriminante.

Un saluto a chi mi legge.

Un ringraziamento all'Autore del Video.

Prima di fare una breve  riflessione sul significato  delle "Parole" che compongono il Titolo di questo mio 61°Post, vorrei fare una premessa:
sembra che l'ammaestramento degli Animali, sia iniziato circa 12000 anni fà, così  ci viene riferito da varie fonti, anche se non sappiamo chi abbia attuato per primo tale procedura, nè soprattutto come  sia stato possibile che tale "abilità" si sia manifestata  improvvisamente e in un tempo relativamente recente se confrontato con la "comparsa dell'Uomo" in questo Mondo.
 Penso comunque che successivamente alla capacità da parte dell'Uomo di "addomesticare" gli Animali, l'Uomo stesso che aveva "scoperto" tali procedure, l'abbia usate anche verso altri "uomini" naturalmente per scopi diversi anche se simili nelle tecniche con lo scopo di usufruire dei vantaggi che "l'addomesticamento" dava a coloro che di tale atto nè erano gli "artefici".

Il Fanatismo: il fanatismo ottunde la capacità di "vedere" con obbiettività.
Il fanatismo si determina quando la mente di un "soggetto" (che si alimenta di una idea pensata da altri) si costringe per "l'influenzamento" ricevuto, con la propria parte istintiva (quantunque legata alla ragione) a credere ad una "particolare corrente di pensiero" che determinerà per le caratteristiche della stessa  un comportamento psico-fisico forzato e innaturale.
Così colui che per seguire quella "particolare corrente di pensiero" deve forzare la propria natura (per accettare le regole che quella "particolare corrente di pensiero" impone per la salvaguardia della propria vitalità) può divenire un "fanatico seguace".
Il fanatico è un plagiato e nel suo più profondo intimo un sofferente, ma non nè è consapevole, non comprende l'origine del suo malessere (comunque inconsciamente percepito) e quindi per effetto di questa sua incapacità di individuare la causa della propria sofferenza, del proprio disagio psico-fisico nel seguire quella "particolare corrente pensiero" che in apparenza sembra aver accettato con convinzione, trasferisce il proprio disagio trasformandolo in aggressività, al di fuori di sè e seguendo l'istinto di autoconservazione che per propria natura difende tutto ciò che è in suo possesso senza discriminarne le qualità, proietta quella aggressività verso tutti coloro che dimostrino avversione a quella "particolare corrente di pensiero" di cui apparentemente si sente paladino, ma che in realtà nè ha fatto un fanatico-seguace.
Il fanatico quindi è un oppresso, ma inconsapevole della propria oppressione, si fà oppressore altrui a vantaggio di quella "idea-pensiero" che ha causato in realtà la sua oppressione e sofferenza, negando a se stesso per deficienza di capacità discriminante, la possibilità di comprendere la "vera natura" di quella "particolare idea- pensiero"   discriminandone le reali motivazioni  e conseguenze.

La Capacità Discriminante della mente soggettiva rivolta verso una "particolare corrente di pensiero" e che vuole analizzare nei suoi contenuti (poichè il Soggetto vorrebbe parteciparvi),  attingendo alle "conoscenze acquisite"  (non solo personali),  è in grado di valutare con obbiettività ( e senza attaccamento emotivo al risultato dell'atto discriminante), la vera natura di quella "particolare idea-pensiero" da analizzare, per quello che è nella sua realtà, senza forzarne o addirittura modificarne le  sue caratteristiche a vantaggio di un  personale  (o altrui)  beneficio o tornaconto.
In sostanza, attivare la propria capacità discriminante è " ricercare ", voler comprendere, ciò che una "particolare idea-pensiero" esprime nel suo più profondo significato,  con la capacità di individuare e rimuovere le interpretazioni "emotive" che nel tempo si sono sovrapposte alla sua reale natura (qualunque essa sia e che hanno impedito  a coloro che  si sono accostati a quella "idea-pensiero", senza usare la propria mente discriminante a coglierne la sua "vera funzione"), così da poter dare a sè stesso la possibilità di scegliere  con maggiore consapevolezza   se partecipare con  il proprio personale contributo a quella "particolare idea- pensiero" avendone "viste" motivazioni e conseguenze.


Cordialità
Sopangi.

domenica 20 giugno 2010

60° Post - Previsione di un Biologo.

Un saluto a chi mi legge e buone riflessioni.


Riporto un estratto di un Articolo del 20/06/2010 ricavato dal sito :
http://www.vip.it/esseri-umani-estinti-entro-cento-anni         
(by admin)

"Esseri umani estinti entro cento anni"
La catastrofica previsione del biologo Frank Fenner.
Cause, esplosione demografica e consumi fuori controllo.

La razza umana si estinguerà nel giro dei prossimi cento anni e così pure un sacco di specie animali. A dirlo è nientemeno che Frank Fenner, 95enne professore di microbiologia dell'Australian National University, ma soprattutto lo scienziato che ha contribuito a debellare il vaiolo. Stando all'eminente cattedratico, a far precipitare gli eventi saranno l'esplosione demografica e i consumi fuori controllo, due fattori ai quali gli uomini non riusciranno a sopravvivere, mentre a dare inizio alla caduta sarebbero stati i cambiamenti climatici.
"L'homo sapiens sarà estinto probabilmente nei prossimi 100 anni - (l'articolo continua).
Riflessione:
Quanto viene espresso dal Sig. Frank Fenner non stà a me poterlo giudicare scientificamente non avendone il sottoscritto i requisiti necessari, ma una personale riflessione da semplice essere umano di questo Mondo voglio comunque farla: questo allarmante "pensiero" espresso dal Sig. Frank Fenner determina importanti reazioni e riflessioni e a quanto mi è dato comprendere dall'articolo, la causa di questo "probabile disfacimento" della razza umana dovrebbe essere imputato all'Uomo stesso e soprattutto a quanto l'Uomo stà "esprimendo" negli ultimi cinquanta  anni (esplosione demografica, consumi fuori controllo). Quindi sempre nell'articolo si fà riferimento all'homo sapiens ed alla sua probabile estinzione.
Ora, secondo le ricerche e le teorie in nostro possesso, si ritiene in Ambienti accademici e scientifici, che la comparsa dell'homo sapiens, sia avvenuta sul Pianeta più o meno circa duecentomila anni fà, pur non conoscendone tutt'ora le cause che avrebbero determinato tale comparsa. E' da quel momento iniziale, che sarebbe avvenuta gradatamente una vera e propria "rivoluzione" per la storia dell'Uomo. Le "nuove capacità intellettive" iniziarono ad esprimere nuove possibilità creative, dando in sostanza "l'avvio" alla evoluzione culturale umana e quindi alla sua Storia.
Credo allora, stando così le cose, che la nostra Attenzione dovrebbe essere  orientata verso il momento iniziale, sulla "causa" che avrebbe determinato quella sostanziale svolta evolutiva e soprattutto sul suo "ragionevole significato". 
I risultati che oggi sperimentiamo nel "nostro"  Mondo (al di là delle più o meno catastrofiche previsioni del suo Futuro) ritengo abbiano cause antiche. 
In tutto l'arco del tempo storico dell'homo sapiens la "spinta al progresso" non si è mai arrestata, pur con le differenze espresse nelle varie Epoche e ritengo quindi che "tale spinta" fosse presente già in potenza in quel misterioso attimo in cui l'homo sapiens ebbe consapevolezza delle proprie capacità-possibilità. Credo quindi che il Progresso sia inscritto nel dna dell'homo sapiens e ritengo che Coloro che nè hanno le capacità dovrebbero investigare con "mente aperta" sulla Ragione della Presenza delle Possibilità Creative ed Intellettive dell'homo sapiens e così poter comunicare a "tutti" gli esseri umani un Messaggio più propositivo sul proprio Futuro.

Cordialmente
Sopangi.

venerdì 18 giugno 2010

59° Post - Scienza e Tradizione.

Un saluto a chi mi legge e buona visione.



Un ringraziamento all'Autore del Video.
Riflessione:
Perchè l'avversione alla Scienza "moderna" da parte di alcuni Ambienti, dove lo studio del Pensiero filosofico (tradizionale) viene evidenziato come il "riferimento indispensabile" a cui l'Umanità dovrebbe rivolgersi per trovare risposte ai suoi Interrogativi?.
Perchè si vuole continuare a indicare in questi Ambienti, la Scienza "moderna" come una causa di fattori disgreganti - riferendosi al modo "tradizionale" di concepire la vita dell'Uomo?
La Scienza di persè è niente se non diamo il primato all'Uomo che in realtà la costituisce.
Ed è allora sulle Capacità Intellettive dell'Uomo che dovremmo interrogarci con "obbiettiva valutazione" se vogliamo provare a comprendere il perchè di quella che per semplificazione definiamo "Evoluzione Culturale Umana" espressa in modo evidente nel Mondo Occidentale ed oggi anche in altre parti del nostro Mondo. Evoluzione Culturale Umana per la quale la "parola" Scienza "moderna" ha avuto il compito di esprimerne la causa evidente ed a cui si è voluto dare un Nome di riferimento in Galileo Galilei.

Cordialità
Sopangi.

martedì 15 giugno 2010

58° Post - Percezione e Sintesi.

Un saluto a chi mi legge e buona visione.


Un ringraziamento all'Autore del Video.
Riflessione:
La certezza del Mondo oggettivo "sensorialmente percepito" è il "dato certo" se confrontato con le  interpretazioni  che scaturiscono dai contenuti mentali fra loro diversi, per luogo d'origine, per storia, per cultura.
Dovremmo considerare con maggiore attenzione e rispetto la nostra "Percezione sensoriale" perchè la ritengo in quanto modalità conoscitiva, la Porta sicura attraverso la quale la Ragione umana potrà trovare l'Arcano unificante a cui vuole tendere nel Mondo attuale l'intera Umanità.
L'interrogarsi sui perchè fondamentali del nostro esistere, (pur facendo tesoro di quanto il Pensiero umano ha espresso fino ad oggi in qualunque luogo ed a qualunque livello intellettivo lo si voglia considerare) dovrebbe essere accompagnato da un "Fattore di Nuova Investigazione" per comprendere la Verità del nostro vivere, la Sola che può darci "risposte certe unificanti" come lo è ad un diverso Livello, la nostra Percezione sensoriale, per modificare e gradatamente risolvere, la molteplicità di contradizioni e conflitti che vengono espressi e vissuti in questo "nostro" Mondo, attualizzando una Nuova Epoca Unitiva, a cui più o meno consapevolmente aspiriamo.

Cordialità
Sopangi.

venerdì 11 giugno 2010

57° Post - Vivere e Condividere.

Un saluto a chi mi legge e buon ascolto.



Un ringraziamento all'Autore del Video.
Riflessione:
Quando vogliamo identificare un Popolo, dobbiamo conoscerne i suoi termini di riferimento. Un Popolo è rappresentato da una Società, retta ed organizzata per mezzo di Leggi.
Il desiderio di libertà espressiva del singolo, dovrebbe tenere conto delle Regole da condividere, le quali servono ad "Ordinare" il vivere comune.
Vi sono quindi a mio avviso, dei princìpi di comportamento inalienabili che devono essere compresi e difesi, sia dal Singolo che dalla Comunità , se vogliamo che quella Società che nè rappresenta l'Espressione vitale, sia Datrice di libertà, ordine, condivisione per i suoi Componenti.


Cordialità
Sopangi.

giovedì 3 giugno 2010

56° Post - Arte e Formazione.

Un saluto a chi mi legge e buona visione.


Un ringraziamento all'Autore del Video.

Riflessione:
L'Arte nelle sue particolari  espressioni, può essere considerato il "primo atto creativo" attraverso il quale l'Uomo ha cercato di rappresentare le proprie "Percezioni" ideali e sostanziali, perfezionando e perfezionandosi nelle varie Epoche che si sono succedute nel tempo.
Grazie alla "genialità" di Alcuni, i Molti possono trarne "benefici", arricchendo sia le proprie individuali capacità espressive che quelle del "vivere comune", influenzando così, positivamente, tutti i Settori delle molteplici Attività umane.


Cordialità
Sopangi.

mercoledì 2 giugno 2010

55° Post - Identità e Rispetto.

Un saluto a chi mi legge e buona visione.



Un ringraziamento all'Autore del Video.

Riflessione:
Molte sono le "Componenti vitali" che servono a Formare una Identità Comune. Sono rappresentate da quegli Organismi sociali idealmente costruiti e dove le molteplici caratteristiche dei singoli individui che le compongono, vengono identificate, affinchè possano esprimersi e riconoscersi, favorendone il loro sviluppo, la loro operosità a beneficio del Singolo e della Comunità.
Coloro che sono chiamati a dirigerne ed ordinarne gli Atti, sanno ascoltare ed interpretare le più disparate, ma al tempo stesso ragionevoli richieste, affinchè attraverso le Regole e le Azioni emanate, le Diversità possano, ricevendo il dovuto, esprimersi al meglio in Coralità, per realizzare con unità di intenti quel Bene Comune che idealmente informa la nostra Costituzione.


Cordialità
Sopangi. 
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